19 a.C. – Acquedotto Vergine

Resti dell’Acquedotti Vergine alla Rinascente

Dopo le guerre civili, al tempo di Augusto, la crescita costante della popolazione urbana e l’edificazione dei grandi impianti termali pubblici, che necessitavano di ingenti quantità d’acqua, imposero un ulteriore potenziamento della rete idrica e, di pari passo, la riorganizzazione del servizio di sorveglianza e manutenzione dei condotti.

Fu incaricato di tale incombenza Agrippa, il quale restaurò inoltre a sue spese gli acquedotti già esistenti e ne costruì di nuovi, come l’Acqua Giulia e la Vergine (Aqua Virgo).

Agrippa fece costruire nel 19 a.C. l’Acquedotto Vergine, l’unico che si sia mantenuto ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni (anche se nel Medioevo con flusso assai ridotto), forse perché lo speco era quasi interamente sotterraneo.

Il suo percorso misurava circa 19 km, mentre la sua portata era di 2504 quinarie, pari a 103.845 metri cubi al giorno. In origine la sua mostra terminale era nelle Terme di Agrippa in Campo Marzio; in seguito lo divenne la Fontana di Trevi.

L’acquedotto ha origine presso il Casale di Salone all’VIII miliario dell’antica Via Collatina. Frontino e Plinio il Vecchio riportano una leggenda sul ritrovamento della sorgente, che spiega il nome attribuito all’acqua stessa: una fanciulla, apparsa ad alcuni soldati alla ricerca dell’acqua, indicò alcune vene, seguendo le quali e scavando i soldati stessi trovarono un’ingente quantità d’acqua. In un’edicola sul posto si conservava, dipinto, l’episodio. Al di là dell’aneddoto, il nome si collega alla purezza e alla freschezza dell’acqua, che Marziale definisce gelida, nivea, cruda.

Il canale, sempre in condotto sotterraneo, segue il tracciato dell’antica Via Collatina (che non coincide con la strada odierna, ma fiancheggiava la ferrovia Roma-Sulmona), quindi devia verso Nord e, attraversate le vie Tiburtina, Nomentana e Salaria, passa sotto i Parioli, Valle Giulia e il Pincio. Di qui raggiunge il Campo Marzio, verso il quale la città si estende al tempo di Agrippa, secondo il programma urbanistico portato avanti da Augusto.

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