Alessia

Alessia, racconto di Lorenzo Barbieri

Alessia aveva quattordici anni e già sentiva dentro di sé un fuoco che la divorava.  Suggestionata dai frequenti racconti che la madre le faceva sui successi ottenuti da sua nonna  Estrella, sentiva dentro di sé il desiderio di emulare le gesta della nonna che lei non aveva mai conosciuto perché vissuta in un’epoca troppo lontana.

In casa era sempre l’argomento preferito di sua madre, parlare dei trionfi di nonna Estrella era un vanto che la riempiva di orgoglio. Estrella ai suoi tempi era stata un etoile dell’Opera di Parigi.

L’album delle sue foto si era consumato per quante volte era stato sfogliato. Alessia fin da piccolissima si divertiva a studiare tutte le pose, gli inchini e le movenze che vedeva nelle foto. Ora che stava crescendo aveva in testa di diventare anche lei brava come la sua antenata e si applicava con impegno davanti alla televisione a imitare le movenze.

La madre la vedeva sempre occupata in questa specie di gioco e in cuor suo sperava che potesse riuscire a realizzare questo suo desiderio, la incoraggiava, la stimolava, ma si rendeva conto che purtroppo per lei e per la bambina le speranze erano poche.

Come spesso accade anche nelle famiglie più abbienti, il destino aveva giocato con loro e adesso la famiglia versava in ristrettezze economiche tali da non potersi permettere il lusso di mandare la bambina a scuola di danza. La madre avrebbe dato chissà cosa per permettere alla figlia di seguire le orme della nonna, ma la dura realtà della vita era quella e non c’era rimedio.

Questa passione per la danza seguiva Alessia in ogni momento della giornata, anche a scuola ne parlava sempre con le amiche che erano attratte dalla grazia con la quale lei si esibiva per loro.

Appena  possibile e ogni volta che avevano un momento di libertà lei improvvisava dei passi di ballo, si muoveva con la leggerezza di una farfalla e con uno stile innato in lei. Anche le amiche più invidiose e gelose di questa sua capacità riconoscevano con stizza in cuor loro che Alessia era davvero brava.

Successe un giorno che, la maestra di ginnastica si accorse di un capannello di bambini  in un angolo della palestra. Si avvicinò non vista e seguì con interesse le evoluzioni della bambina al centro di quel cerchio.

Prima di diventare maestra di educazione fisica, aveva tentato anche lei la carriera come ballerina, ma a causa di un incidente si lesionò un legamento che gli troncò ogni velleità artistica. Nell’ osservare quella bambina fu sorpresa dalla sua bravura, aveva un vero talento, di quelli che non s’imparano a scuola ma che sono proprio nel dna delle persone.

Decise di indagare su di lei, voleva saperne di più, se frequentava una scuola di ballo o se quei movimenti erano solo frutto di un esibizionismo infantile. Venuta a sapere della situazione in cui si trovava la famiglia e dell’effettivo desiderio della bambina di realizzare il suo sogno, chiese al corpo insegnanti di adoperarsi affinché il talento di quella ragazzina non andasse perduto.

Ci furono diverse riunioni in merito, alle quali partecipò anche il preside. La  notizia si sparse in tutto l’Istituto, c’erano sempre quelli pronti a riferire in alto ciò che accadeva in seno alla scuola, così questo inconsueto movimento di maestri e professori suscitò l’attenzione del gabinetto del ministro che,  stupito dall’interesse che aveva suscitato a scuola la bambina, decise su pressione anche di tutto il corpo insegnante di assegnare una speciale borsa di studio che permettesse alla ragazza di frequentare l’Accademia.

Alessia al settimo cielo si buttò a capofitto negli allenamenti senza però tralasciare gli studi e finalmente venne il giorno della prima esibizione. Erano presenti oltre ai genitori in lacrime, anche l’intera scuola. Studenti, insegnanti, il preside e due rappresentanti del ministero. Il ministro era impegnato e non poté partecipare, ma chiese espressamente che venisse tutto registrato, voleva vedere se il suo interessamento per quella bambina, aveva avuto il riscontro che meritava.

Alessia fu memorabile, con il suo abito di voile bianco e nero volteggiò sul palco con una grazia e una leggerezza che alla fine del suo numero l’intera platea si alzò in piedi per un lungo meritato applauso. Il giorno dopo sulla televisione locale, uscì un articolo che annunciava la nascita di una nuova stella nel firmamento del ballo.

Non mancarono gli elogi alla lungimiranza del ministro, ma questo era solo giornalismo, quello che interessava alla famiglia che ora i fasti di nonna Estrella si sarebbero rinnovati. La prima foto di Alessia con il suo vestito da farfalla fu esposta insieme a quella della nonna, avevano lo stesso vestito.

di Lorenzo Barbieri

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