Capitolo 13. L’incantevole Rillith

CAPITOLO 13°

L’incantevole Rillith

Nacque da una goccia d’acqua che zampillava dalla cascata della nascente Lemuria.

Rillith si era sempre distinta dal suo popolo.

Occhi verdi grandi, profondi e sinceri. Capelli color oro e ricci. Ali simili a quelle di una farfalla, leggermente sfrangiate e un po’ allungate, color azzurrino e luminose; orecchie leggermente a punta. Crescendo divenne tra la più alta dei folletti.

Quei pur sempre pochi cinquanta centimetri avevano sempre sprigionato tanta gioia e voglia di vivere.

Il suo tocco fatato aveva sempre regalato speranza anche nei momenti più difficili.

Il suo carattere la portò a divenire il perno principale del suo popolo. Un popolo ancora tutto da scoprire che nascondeva segreti e virtù.

La sua tenacia la spinse ad affrontare compiti sempre più complessi ma portati sempre a buon fine.

Il più saggio tra tutti i regni dei folletti le affidò, ancora in tenera età, il compito di viaggiare attraverso i mondi.

Ferir le fece da guida, poi in accordo con il regno elfico le fece iniziare il suo cammino insieme a Baulino; nsieme per proteggere la natura, migliorare il mondo e aiutare chi sogna e ha desideri.

Regola fondamentale dei due regni, ossia quello elfico e quello dei folletti, era quella di far restare i due regni separati.

Ferir le raccomandò di non far nascere mai un amore tra lei e quel “giovanotto” ma solo eterna amicizia.

Lo stesso si raccomandò Nhel con Baulino, quando, dopo aver aiutato Akor, lo nominò l’elfo per eccellenza e gli diede lo stesso compito di viaggiare tra i mondi.

Entrambi partirono per incontrarsi rispondendo: <<Nessun problema! Io le regole le rispetto e comunque parto perché questo è il mio destino…>>.

Gilraen Melwasúl[1], la foresta dove si incontrarono era un posto incantato, sul serio meraviglioso.

Un posto visibile solo ad elfi e folletti. Enormi alberi sempre in fiore che si intrecciavano l’uno all’altro, un immenso prato di fiori profumati. In giro unicorni e cavalli alati; il tutto coronato dal suggestivo cinguettio degli uccellini.

Rillith era lì già da tanto ad attendere il misterioso elfo per poter iniziare con lui il loro viaggio.

Era seduta su un enorme fiore rosa vicino una piantina che rilasciava il profumo inconfondibile delle bacche, e nell’attesa ne mangiucchiava una dopo l’altra.

Alla vista di Baulino, i grandi occhi di Rillith si illuminarono, lo stesso accadde al giovane elfo, ma ricordandosi le parole di Ferir Rillith in quel momento si chiuse in sé e, senza neanche sapere il motivo di quella strana “legge”, iniziò il suo viaggio rendendosi ogni giorno più forte.

Baulino, anche lui, si fece forza ed andò incontro al suo destino.

Il carattere di Baulino unito a quello della follettina resero il viaggio sempre unico e tutte le difficoltà che dovettero affrontare fecero sì che quella giovane scintilla venisse custodita nel cuore.

Così, insieme ed uniti, senza mai far scoprire all’altro quale fosse il reale legame che li univa, continuarono, per secoli, ad esaudire i desideri altrui e proteggere i mondi in pericolo.

Anno dopo anno si affidarono entrambi alla loro saggezza, dandosi forza per portare avanti il loro compito senza mai sbagliare.

“Ma forse ora l’incantevole Rillith aveva ceduto? Forse aveva lasciato prevalere i suoi sentimenti e, fragile come non mai, ha creduto che Baulino l’abbia voluta allontanare per lasciare il posto a Luinè?

Questa amica di infanzia, di cui non aveva mai parlato a nessuno, perché ora era lì con Baulino e i suoi quattro amici?

O era lei che non aveva più la forza di tenere custodito il suo segreto preferendo che Baulino continuasse solo il viaggio?

Forse non era una follettina forte come aveva voluto far credere fino ad oggi…”

E con questi pensieri, Rillith, si diresse nel posto dove per la prima volta vide Baulino.

Quel giovane alto e fiero, dagli occhi azzurri con striature gialline, dal carattere forte e deciso, che la prese per mano conducendola in un viaggio senza fine.

Ed ora era di nuovo lì, seduta tra quei fiori da sola … come tanti secoli fa, con lo sguardo intimorito e dolce solo che, a differenza di quel giorno, ora nessuno le avrebbe teso la mano per portarla in una nuova dimensione della sua vita.

Il tiepido calore dell’alba avvolse Rillith che era appisolata su di una rosa.

Quel profumo unito al debole raggio che le si posò sul volto la svegliarono dolcemente.

Rillith si stropicciò gli occhi, sospirando:

<<Già mattino!!!>>

Poi si guardò intorno e con tono deciso:

<<Forza Rillith! È ora di mettersi al lavoro…>>

<<Non hai voglia di un po’ di bacche appena raccolte?>>

<<Eh! Tu qui?>>

<<Ho vegliato tutta la notte su di te, credevi sul serio che ti avrei fatto andare via?! Dai mangiane qualcuna…>>

<<Sul serio sei stato accanto a me tutto questo tempo?>>

<<Eh si, Rillith! Ero certo di trovarti qui…

Ricordi il nostro primo incontro? Già allora avevo capito a cosa andavo incontro: “<<Sono ore che aspetto! Mettiamo bene in chiaro le cose, eh ragazzino! Qui non comandiamo né io né tu, sono i sogni degli altri a decidere per noi. Tu fa il tuo lavoro e io penserò a fare il mio. Ora si parte abbiamo già una missione da affrontare… lo sai vero? Lemuria ha bisogno di noi, ancora non si è ripresa dai tempi di Nyra>>”… Mi dicesti mentre mi svolazzavi intorno.

Non avevo neanche iniziato a parlare che già mi mettesti a tacere… L’ho pensato all’epoca e continuo a pensarlo tutt’ora: Rillith! Sei proprio incantevole…>>.

<<Oh Baulino…! Anche io ricordo alla perfezione il nostro primo incontro.

Aveva appena smesso di piovere e tu eri tutto sporco di terra… che ridere se ci ripenso… e poi, dopo averti detto quelle cose, ricordo la tua faccia imbronciata e ho sempre pensato che non ti sarei mai andata a genio come compagna di viaggio ma quel pensiero mi ha sempre fatto andare avanti a testa alta… fino ad oggi… fino all’arrivo…..>>

<<fino all’arrivo di Luinè… ma Luinè non è mai arrivata è solo una amica di infanzia e non capisco la tua reazione e comunque ora te lo dico io: “Sono i sogni e i desideri degli altri a decidere per noi… Ricordi? Quattro ragazzini contano su di noi, le gocce di rugiada e le pietre non potranno mai sostituirti.

Il nostro è stato il primo incontro tra elfi e folletti dopo secoli e secoli di “non speranze” e inoltre è stato l’ultimo, non possiamo fallire.

Se hai bisogno di stare sola per un po’ potrei anche capirti ma non accetterò mai il tuo abbandono… non lo accetteranno neanche Oscar, Karin, Leodor e la piccola Hea… smetteranno anche loro di avere sogni, desideri ed ambizioni… Vuoi che accada questo?>>

<<No assolutamente! Però ne ho bisogno sul serio, vorrei stare un po’ nel mio regno.

Luinè ha risvegliato qualcosa in me e sono stupita che tu percettivo come sei non abbia recepito nulla…>>

<<Luinè ora è tornata sulla luna… dove è giusto che stia… e comunque posso entrare nella mente delle persone, percepirne pensieri, speranze e decisioni ma non posso scavare nei loro cuori… soprattutto nel cuore di un folletto…Rillith, parlami…!>>

<<Baulino…>>

<<Si?>>

<<Guardami!!!>>

Per un attimo i loro occhi si incrociarono profondamente come non succedeva da secoli; quell’attimo sembrò eterno e chiarì le idee ad entrambi, soprattutto a Baulino che, delicatamente, strinse Rillith a sé:

<<Se proprio devi, vai… ma promettimi che tornerai. Il tuo è un compito importante. Al tuo ritorno il viaggio continuerà… Io non ne ho mai capito le motivazioni ma le leggi dei nostri regni vanno rispettate… tu promettimi solo che tornerai…>>

<<lo prometto, Baulino!!!

Tu promettimi che avrai sempre cura dei nostri ragazzi… e… se dovete, se volete… viaggiate…>>

Anche lei aveva visto quello che Baulino aveva tenuto nascosto per secoli nel suo cuore e non poteva non accettare la richiesta del “suo” Baulino…

Baulino promise a Rillith che avrebbe sempre avuto cura dei loro piccoli amici… che ora più di prima avrebbero avuto bisogno di lui…

Poi pian piano l’abbraccio si sciolse.

Rillith aveva pensato bene di farsi un piccolo incantesimo e diventare, almeno per quell’istante, qualche centimetro più alta.

Poi incominciò a piovere e Rillith, come al suo solito, con un luminoso battito d’ali, come fatato, scomparve.

Baulino restò solo sotto la pioggia. Decise che sarebbe tornato ogni giorno a Gilraen Melwasúl per aspettare il ritorno dell’ incantevole Rillith.

[1] Gilraen Melwasúl: Foresta Brillante (Lingua Antica)

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di Annalisa Vozza

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