Ciò che la Bibbia non dice – 2di3

 

3.

ADAMO E LE SUE COMPAGNE

Eva viene generata dalla costola di Adamo, bassorilievo di Lorenzo Maitani sulla facciata del Duomo di Orvieto

Il sesto giorno della creazione, Dio decise di creare l’uomo a sua immagine e somiglianza; a tal fine, Egli non si servì di materiale indegno, ma scelse la polvere più pura, la inumidì e ne prese una manciata per dare vita al primo essere umano, cui venne dato il nome di Adamo in quanto figlio della terra (“Adama”).

Alcuni fanno derivare il nome da “Adom” (“rosso”), per ricordare che il primo uomo venne plasmato con la creta rossa che si trova a Hebron.

Inizialmente, il Signore aveva dato ad Adamo un aspetto così maestoso che, quando si trovava in posizione eretta, la sua testa poteva contemplare il trono divino.

Dio chiese quindi alle creature viventi e agli angeli di rendere omaggio al primo uomo; tutti si inchinarono davanti ad Adamo, tranne il serpente invidioso, che venne per questo motivo allontanato dalla presenza del Creatore.

Altri sostengono, invece, che la bellezza e la maestà del primo uomo stupirono gli angeli a tal punto che essi chiesero preoccupati a Dio se fosse mai possibile avere due poteri divini nell’universo, uno nel cielo e l’altro sulla terra. Allora il Signore posò la mano su Adamo e ne ridusse le dimensioni.

Si narra che Dio avesse chiesto ad Adamo di dare un nome a tutte le creature viventi: pare che a questo punto il primo uomo si rendesse conto che tutti avevano una compagna tranne lui per cui venne preso dalla gelosia, non potendo appagare la sua sete d’amore, e chiese al Signore di rimediare a quella ingiustizia.

Avendo deciso di dare ad Adamo una compagna, Dio creò Lilith, la prima donna; dall’unione tra i due nacque Asmodeo e la razza dei demoni che ancora oggi funestano l’umanità. Adamo e Lilith non ebbero mai un attimo di pace assieme, perché tutte le volte in cui egli voleva giacere con lei, la donna si offendeva per la posizione che le veniva imposta: “Perché mai devo stendermi sotto di te se sono tua uguale?”. Poiché Adamo tentava di ottenere la sua ubbidienza con la forza, Lilith pronunciò il sacro nome di Dio e si librò nell’aria abbandonando per sempre il suo sposo.

Allora Dio decise di creare una più degna compagna per il primo uomo e ne plasmò le fattezze davanti a lui: poiché Adamo aveva assistito all’atto creativo della donna e ne aveva visto anche le viscere e le secrezioni, questi venne colto da disgusto e fuggì.

Dio provò per la terza volta ad accontentare Adamo e agì con maggiore prudenza: mentre il primo uomo dormiva, il Signore gli estrasse una costola e formò con essa una donna, intrecciò i capelli e la adornò con ventiquattro gioielli. Quando Adamo si ridestò, rimase colpito dalla bellezza della donna, cui venne dato il nome di Eva, e ne fece la sua sposa.

 

4.

IL PARADISO TERRESTRE

Eden, dipinto di Pierre Lévy

Dio aveva creato un giardino paradisiaco, ornandolo con alberi e frutta simili a gemme splendenti, cui venne dato il nome di Eden. Un fiume lo percorreva, poi di lì si divideva e formava quattro corsi; il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c’è l’oro, la resina odorosa e la pietra di onice. Il secondo fiume si chiama Ghion: esso scorre intorno a tutto il paese d’Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri, che scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate.

Il Signore Dio prese l’uomo e la donna e li pose nel giardino di Eden, perché lo coltivassero e lo custodissero. Dio consentì che mangiassero tutti i frutti del giardino, tranne di quelli dell’albero della conoscenza del bene e del male.

In quei giorni il serpente, che era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio e che si era rifiutato di inchinarsi davanti all’uomo, si avvicinò ad Eva e disse: “È vero che Dio ha detto di non mangiare nessun frutto degli alberi del giardino?”. La donna rispose: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma non del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino, perché ne moriremmo”.

Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che, quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Lui, conoscendo il bene e il male”. Allora la donna vide che l’albero era gradito agli occhi e desiderabile; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Adamo, dove sei?”. L’uomo rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto vergogna e mi sono nascosto”.

Dio esclamò: “Chi ti ha fatto conoscere la vergogna? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose Adamo: “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”.

Allora il Signore maledì il serpente, Adamo ed Eva; poi disse: “L’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male”. Dio scacciò l’uomo dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto e pose ad oriente del giardino i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.

Adamo ed Eva, dipinto di Tiziano Vecellio (1565)

Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì due fratelli: Caino, che divenne lavoratore del suolo, e Abele, pastore di greggi.

Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì l’offerta di Abele ma non quella di Caino.

Preso dall’invidia, Caino invitò il fratello in campagna e lo uccise con l’inganno. Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”. Il Signore esclamò: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto! Fuggi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello”.

Caino disse al Signore: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! Mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”. Ma Dio sentenziò: “Chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.

Caino e Abele, di Albrecht Dürer

 

Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. Da Set discese la stirpe dei Patriarchi, come Noè ed Abramo.

Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l’uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati. Adamo aveva centotrenta anni quando generò un figlio e lo chiamò Set. Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. L’intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.[1]

[1]    L’epopea del peccato originale e della cacciata del Paradiso Terrestre è talmente bella da non meritare abbellimenti diversi da quelli del testo originale; questo brano è pertanto quasi integralmente ripreso da GENESI, III-V, come riportato in La Bibbia Concordataria – Antico Testamento – Pentateuco, Milano, Mondadori, 1995, pp. 38-44.

di Daniele Bello

Ottobre 24, 2017

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