Donne Maledette 1/13

I – Francesca

Ci chiamano donne maledette
siamo quelle violentate, abusate, vessate e picchiate
che hanno combattuto il dolore dell’odio uccidendo o dandosi la morte.
Siamo quelle che si sono sacrificate per non giacere
con i loro padri, i loro fratelli, i loro padroni.
Qualcuna di noi ha preferito morire
altre si sono macchiate di sangue
per difendere i propri figli
altre ancora li hanno uccisi
per sottrarli
all’orrore del mondo.

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Ti lascio figlio mio, ti abbandono, che tu lo voglia o no ti affido al mare perché si prenda lui cura di te, io non ti posso tenere.

Sei il fiore secco del mio martirio, come ti potrei guardare negli occhi ogni mattina?

Come potrei nutrirti con questo latte avvelenato?

Come potrei essere contenta di vederti crescere?

Tu non sei nulla per me, sei solo il frutto incestuoso di un vecchio, nessuno sa che esisti, sei il mio segreto e così voglio che resti.

Ti affido al mare piccolo mio, non so se sopravvivrai alle onde ma non m’importa, tu sei già morto per me, sei il ramo secco di questo tronco d’albero senza più foglie né voglia di germogliare.

Sì, figlio mio, la mia vita è finita tre anni fa, quando lui mi salì sopra la prima volta delle altre mille.

“Morirà presto anche lui” ho sperato quando mi ha costretta a giacere con la forza sul letto di mia madre, ma non è andata così, anzi, dopo avermi presa s’è rinvigorito… Chissà?

Saranno state le braccia di questa ragazzina forte, sana e maledetta da Dio.

Sì, perché Dio è l’unico che sa di questo schifo e di sicuro m’ha già maledetta non una, ma cento e cento volte! Per me non ci sarà il paradiso, lo so, ma le fiamme dell’inferno!

Perché Dio di sicuro non tiene conto del tormento che ho già passato sulla terra né che io non volevo giacere con mio padre e nemmeno che a dodici anni non ce la fai a ribellarti a un uomo molto più forte, che ne ha trenta più di te.

Dio mio, perché hai voluto darmi questo strazio?

Dove sta la tua misericordia?

Dove sta la giustizia che ti fa grande?

Perché hai voluto buttarmi fra le mani di chi mi ha creato?

Perché quando m’ha presa non l’hai fulminarlo all’istante?

Perché hai lasciato che morisse mamma piuttosto che quel porco?

Perché non mi dai la forza di ribellarmi? Perché hai voluto che mi sentissi meno dello straccio per pulirgli le scarpe?

Adesso lo dono a te questo figlio, Dio mio, pigliatelo tu che io non lo voglio.

Bambino bello, vai fra le onde a giocare coi pesci e le meduse trasparenti. Addio bambino nato già macchiato di peccato mortale.

Dio mio, decidi tu se lasciarlo al mare o portarlo con te in cielo e farne una delle tante stelle del firmamento.

Donne maledette
storie, poesie, pazzie
di Vespina Fortuna

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