Edmond e Jules de Goncourt – Venezia

VENEZIA

La piazza San Marco alle 2 – Una musica tedesca suonata da un reggimento ungherese dalle ghette blu – Sulla porta del caffè Florian, la riunione della società aristocratica, dei discendenti mascolini delle famiglie nobili, dei Morosini e dei Colonna, che han l’aria dei grassi e dei magri d’una antica illustrazione.

Le gran dame della società veneziana che passeggiano entro abbigliamenti parigini in ritardo, e monotono indomenicamento borghese nella loro bellezza…

Tre ragazze seguite da un’istitutrice, con un naso come quello di Hyacinthe, e da un piccolo lacchè, le gambe storte dentro brache aderenti, e il magro torace in una finanziera striminzita, che lo fa somigliare a un i che facesse il goffo per birichineria. “Niente di nuovo?” butta là passando una delle tre contessine ad un’amica. “Niente. Sono così inquieta”.

Si tratta d’un moroso di Milano, di cui il cestino che serve al fornaio per far salire il pane, al postino per consegnare i biglietti amorosi, non ha portato notizie.

Edmond Huot de Goncourt e Jules de Goncourt “Note di Viaggio 1855 – 1856″, trad. Bianca Tamassia Mazzarotto

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