François Maximilien Misson

 

DA FIRENZE A BOLOGNA

Non ci è stato possibile trovare una sola lettiga a Firenze per andare a Bologna. Non so per quale strana sorte, in quel tempo una vera inondazione di monaci aveva assalito la città e s’era impadronita di quanto di meglio c’era in fatto di vetture comode.

Per quanto aspre e montagnose siano queste due giornate di cammino, la strada tuttavia non è impraticabile ai calessi; ma si è tanto spesso obbligati a scendere e camminare a piedi che avremmo fatto meglio a prendere dei cavalli.

Da Firenze a Bologna è un susseguirsi di montagne dell’Appennino.

… In generale, si tratta di un territorio arido e deserto: soltanto le vallate di Scarperia e di Firenzuola meritano qualche riconoscimento. Nella prima di queste borgate si fabbricano coltelli in gran quantità: per cinque o sei soldi al pezzo vendono coltelli che hanno fino a dodici lame nello stesso manico, ma ve ne sono di ogni prezzo.

Kircher dice di aver osservato che verso il villaggio di Pietramala l’aria scintilla talvolta durante la notte. Ma io ho notato un’altra cosa molto strana vicino al villaggio.

È una fiamma purissima come quella di una fascina di arbusti secchi, senza alcun odore, che s’innalza di continuo nel mezzo di un sentiero aspro e sassoso, privo di ogni fessura evidente. Le forti piogge spengono questa fiamma, che poi riprende subito dopo più forte di prima; una pioggia di poco conto, invece, non fa che eccitarla maggiormente, rendendola più bella e viva.

François Maximilien Misson “Nouveau voyage d’Italie”, Le Haye 1727

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