La letterina

Caro Gesù bambino

Quest’anno frequento la seconda elementare e finalmente posso scriverti. Ho sempre voluto parlare un po’ con te. Adesso nessuno più ti scrive le letterine, scrivono tutti a Babbo Natale e a me non piace. Mio padre mi diceva sempre che ai tempi suoi quando era bambino lui tutti scrivevano a Gesù, Babbo Natale non c’era, era un personaggio che non era conosciuto, mentre tu sei famoso in tutto il mondo.

Adesso ti scrivo non per chiederti qualcosa, non desidero niente, i regali me li fanno i miei genitori e va bene così, quello che potranno fare mi piacerà senz’altro. Io volevo solo parlare un po’ con te, tu sei ancora un bambino piccolo, più di me che adesso faccio la seconda.

Tu sei il redentore così ha detto mia madre, sei il Signore di noi tutti e ti dobbiamo obbedienza e rispetto. Mi dispiace che sei dovuto nascere in quella stalla in mezzo agli animali, però con loro sei stato al caldo. Io lo so perché mio nonno che era un contadino lo diceva sempre che il posto più caldo era la stalla, la paglia assorbiva l’umidità e gli animali con il loro respiro riscaldavano la stalla.

Ogni anno noi festeggiamo la tua nascita con la ricorrenza del Natale. A me piace molto questa festa, tu lo meriti, sei il Signore, però, mi piace pure fare festa, mangiare tante cose buone che non possiamo avere durante l’anno. Tanti dolci tutti in una volta sola non li vediamo mai.

I regali poi sono la cosa che più mi piace ricevere, quanti! Tutti i parenti fanno doni, a volte capita che mi regalano un paio di calzini, quelli non è che mi fanno esultare dalla gioia ma anche loro servono. Invece quando arriva un giocattolo che desideravo tanto vedessi come sono contento, faccio dei salti come un canguro.

Sai ti parlo come a un amico, so che sei più piccolo di me ma tu capisci tutto e perdoni anche tutti, non sempre io sono bravo, qualche marachella la faccio pure io, papà e mamma mi sgridano, ma io so che mi vogliono bene e vorrebbero che io fossi sempre perfetto, ma questo non può essere, che dici, i bambini se non si divertono ogni tanto non saranno bambini felici.

Io lo sono, sto imparando tante cose a scuola che mi aiuteranno a crescere e credo che fra qualche anno non ti scriverò più anch’io.

Dobbiamo crescere e ti dico in confidenza che un po’ mi dispiace, essere adulto è difficile ci sono tante difficoltà, io non sono stupido vedo mio padre che spesso e triste, a volte troppo stanco anche per farmi una carezza. Io non dico niente capisco che ha tanti problemi e da solo lui pensa di non riuscire a farmi crescere come vorrebbe lui.

Qualche volta cerco di farlo divertire mi invento delle cose divertenti proprio per farlo sorridere e così si distrae, passiamo delle belle serate insieme alla mamma.

Ora mi sono stancato di scrivere, caro Gesù devo lasciarti, ma prima di andare vorrei chiedere anch’io qualcosa. Lo so avevo detto che non volevo niente, quello che ti chiedo non è per me, ma per tutti noi di famiglia.

Chiedo solo di restare così come siamo, uniti in allegria e amore fra noi. Sento di tanti compagni di scuola che hanno guai con la famiglia, ecco ti chiedo di salvarci da questi problemi nient’altro. Anche tu quando crescerai avrai tanti brutti momenti e io non posso che essere dispiaciuto, ti voglio bene

Ciao

di Lorenzo Barbieri

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