Monsieur Cambiamento

 

“Non voglio cambiare casa!” brontolò il piccolo Michele guardando il nonno che riponeva con cura i libri nelle scatole.

“Perché?” gli chiese lui sorpreso.

“Perché qui c’è la mia stanza, i miei giochi, ci sono i miei amici, c’è la mia scuola…”

“Avrai altri amici e un’altra stanza per giocare, la scuola l’avresti cambiata comunque, quest’anno andrai in prima media”

“Non voglio cambiare e basta!”

“Perché?”

“Perché sì!”

“Hai paura? E’ normale che tu ne abbia, non devi vergognarti, tutti abbiamo un po’ timore del cambiamento…”

“E allora, perché si deve cambiare?”

“Perché è nel desiderio di cambiamento che ci accorgiamo di essere vivi, è superando con coraggio le nostre paure che cresciamo, l’acqua stagnante pian piano imputridisce”.

“Tu sei già vecchio, perché allora vuoi crescere ancora?”

“Non si è mai vecchi davvero finché si sente il bisogno di cambiare. Vieni, siediti qui che ti racconto una storia: C’era una volta, e per fortuna c’è ancora, un vecchio saggio che tutti chiamano Signor Cambiamento. Molti anni fa decise di lasciare la propria casa e andarsene a piedi in giro per il mondo con l’idea di conoscere altri luoghi e incontrare nuove persone che gli raccontassero le loro storie. Sono anni che fa questa vita e pare sia molto contento, chi ha avuto la fortuna d’incontrarlo dice che adesso in ogni luogo del mondo c’è sempre qualcuno ad aspettarlo facendo addirittura a gara con gli altri per ospitarlo nella propria casa”.

“Ma se va in giro, così, da solo” sussurrò pensieroso Michele “Quando morirà non avrà nessun familiare a fargli compagnia”.

“Ah, Michelino, sta proprio qui il bello, Monsieur Cambiamento è immortale, anzi, ogni volta che incontra un nuovo amico ringiovanisce! Gli ultimi che l’hanno incontrato ne parlano come un giovanotto forte e vigoroso. Sai piccolo mio, solo chi non cambia muore poco a poco senza accorgersene, spargendo pezzetti di sé che nessuno si china a raccogliere”.

Il piccolo Michele restò un po’ pensieroso poi, con un sospiro radunò tutti i pezzi del Lego sparsi nella stanza e ne riempì un grosso scatolone.

di Vespina Fortuna

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