Thomas Babington Macaulay

ROMA – NAPOLI

Non dimenticherò facilmente i tre giorni di viaggio da Roma a Napoli. Scendendo la collina di Velletri, la vasta palude pontina si estendeva ai miei piedi come una mare. Vi fui dentro molto presto e, grazie a Dio, ne uscii anche molto presto.

Se il governo non è ancora riuscito a risanare questa palude, sono state tuttavia prese misure per rimanervi il minor tempo possibile.

La strada è rialzata, asciutta e ottimamente pavimentata; dura come una roccia e diritta come una freccia. Mi ha riportato alla mente la strada della processione dei pellegrini [la strada da Winchester a Canterbury], quando si allunga per la depressione di Despond, nonché le paludi della Valle dell’Ombra della Morte e la Terra Incantata.

Alla frontiera il funzionario della dogana mi ha pregato di dargli un passaggio sino a Mola nella mia carrozza. Ho rifiutato civilmente, ma con molta fermezza. Gli avevo  dato tre corone perché non mi seccasse perquisendo il bagaglio che, tra l’altro, era protetto da un lasciapassare.

Aveva intascato le tre corone, ma mi è parso molto offeso e contrariato di fronte al mio rifiuto di accettare la sua compagnia. Strano tipo: forse pensava che un funzionario pubblico che accetta qualche scudo d’argento come mancia fosse la compagnia adatta per un gentiluomo inglese.

Ho avuto una stupenda visione della baia di Gaeta, coronata dal Vesuvio in lontananza. L’intero paese è altamente interessante da un punto di vista storico. Gli abitanti pretendono di indicarvi sulla strada il punto esatto dove Cicerone fi assassinato.

Non ho molta fede in questo genere di localizzazioni, non più certamente di quanta ne abbia nella reliquie di Sant’ Andrea o nella lancia di Longino; quello che è sicuro è che l’avvenimento in questione ha avuto luogo da queste parti.

L’osteria di Mola dove ho trascorso la notte si chiama “Villa di Cicerone”. È impensabile che alcuna delle rovine ancora esistenti abbia fatto parte della villa di Cicerone; ma mi sono compiaciuto al pensiero che molti illustri romani amassero trascorrere le loro vacanze su questa splendida costa, ei tempi in cui Roma era ancora quello che oggi giorno è l’Inghilterra.

Ho viaggiato attraverso questa pianura nella quale defluisce il Liri di Orazio; sono transitato vicino alle paludi di Minturno, dove Mario si nascose per sfuggire alla vendetta di Silla; ho attraversato il campo dove Consalvo di Cordova vinse la grande battaglia del Garigliano.

La pianura di Capua sembra conservare tutta la sua antica opulenza. Sin dall’inizio del mio soggiorno in Italia mi sono spesso sorpreso a pensare come mai gli inglesi non abbiano mai introdotto la coltura dell’ulivo in alcuna delle vaste regioni che hanno colonizzato.

Non credo che negli Stati Uniti esista un solo ulivo, come del resto nel Sud Africa o in Australasia.

Thomas Babington Macaulay, “The life and letters”

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