Capitolo 15. “Soli” con Baulino

CAPITOLO 15°

“Soli” con Baulino

«Oscar, Oscar, Oscar svegliati…»

«Eh? Ma chi? Cosa? È notte Baulino… fammi dormire un altro po’, ti supplico!»

«Volevo solo… vabbè fa nulla, dormi pure. A domani!»

Baulino andò via ma mentre si dirigeva sul suo maestoso albero si sentì chiamare.

«Baulino, Baulino! Aspettami dai… dopo che sei andato via sono rimasto sveglio e chiamavo Hea ma non si muoveva, inizialmente ho avuto paura, poi ho capito!»

«Sì, tranquillo… giusto… devo far ripartire il tempo!»

«Eh? No… essendomi reso conto che avevi fermato il tempo mi sono vestito in fretta per raggiungerti e avere spiegazioni.»

Baulino gli sorrise: «Oscar sai, sono due anni che non affrontiamo nessuna avventura, non andiamo in altri mondi, non vi faccio esplorare più la natura che ci circonda e tutto questo per il mio egoistico pensiero di voler aspettare Rillith… ma sai, io le ho fatto una promessa.»

«Non devi darmi spiegazioni, abbiamo iniziato questo viaggio insieme, lo concluderemo insieme. Ma ora dimmi, che avevi in mente?»

«Seguimi.»

«Sei misterioso…cosa vuoi mostrarmi?»

«Nulla, andiamo da Leodor, niente domande però.»

Correndo arrivarono in un batter d’occhio da Leodor che era sveglio a domandarsi cosa stesse succedendo.

«Karin, Karin… oh Karin! Ma ti pare ora di mettersi a fare certi scherzi? Svegliati un attimo…»

All’improvviso Leodor vide apparire Baulino e Oscar ma non riconoscendoli urlò.

«Leodor calmati! Siamo noi, Baulino e Oscar…»

Leodor smise di gridare e si girò intorno, vide che tutto era immobile, che nonostante l’urlo, Karin, non si era svegliata e i suoi genitori non erano corsi in camera sua.

«Ma cosa succede?»

«Allora ragazzi, venite qui, vicino a me…»

«Baulino, dicci tutto, cos’hai in mente?»

Così quella notte decisero di mettersi in cammino…

«Ma non vuoi proprio dirci dove siamo diretti?»

«No Leodor, è una sorpresa… una meravigliosa sorpresa, tutta da scoprire…»

«Come mai hai deciso di non far venire Karin e Hea?»

«Non voglio che abbiano un ricordo negativo di questa avventura, loro sentono molto la mancanza di Rillith, molto più di voi maschietti…»

«Ho capito, allora sarà un’avventura per soli uomini… giusto?»

Baulino scoppiò a ridere e mentre sfregava la testa di Oscar: «Oh certo Oscar… e che uomini!»

«Sì, divertente Baulino…» sospirò imbronciato Oscar.

«Questa strada porta al mare di Oniwa…»

«Oscar, tutta Lemuria è circondata dal mare Oniwa.»

«Qui ti sbagli Leodor.»

«Eh? Come? Mi sbaglio?»

«Dovete sapere che il mare che circonda Lemuria non è un unico mare ma sono ben tre: il mare Oniwa a nord, dove siamo diretti; il mare Yro a sud-est e il mare Lyriu a sud-ovest.»

«Eh? Tre mari? Mai sentita una storia simile fino a oggi!»

«Lo so ragazzi miei, in realtà nessuno conosce la storia della misteriosa divisione del mare di Oniwa. Io si, ovviamente…»

«Racconta Baulino… racconta…»

«Subito dopo la scomparsa di Bestor, di Nyra, uno strano mistero avvolse il mondo dove oggi vive Lemuria. Per molti secoli regnò una strana quiete e sembrò che la vita si fosse ridotta a noi esseri ultra terreni. Un giorno però, dalla piccola pietra iniziò a sgorgare dell’acqua pura e fresca, dalla quale stava prendendo vita una meravigliosa creatura…»

«Era Rillith?»

«Oh no… piccolo Oscar! Però era un’altra splendida fanciulla.»

«Non ti conviene dire certe cose! Sai, io credo che Rillith possa ascoltarci… e potrebbe, non so… trovare un’altra scusa per non ritornare!»

«Credo che Leodeor abbia ragione…»

«Baulino credi che ci abbia dimenticati?»

«No Leodor, non ci ha dimenticati, ne sono sicuro!»

«Come fai a esserne così sicuro?»

«Il compito di Rillith è importante, lei gioca un ruolo determinante in questa storia… non può dimenticarlo! Finché ci saranno le vostre, anzi le nostre speranze, i nostri sogni, lei sarà legata a noi…»

«Tu hai detto che una volta abbandonato un compito non si può tornare indietro…»

Baulino a questo punto si zittì, poi Oscar disse:

«Dai Leodor, non è necessario inveire ancora, inoltre, se ricordi, Rillith disse che se lei avesse voluto sarebbe tornata e Rillith tornerà. Baulino ne è sicuro, dobbiamo esserlo anche noi e non dobbiamo mai smettere di credere, di sperare… allora, Baulino, la creatura?»

«Ah sì! La fanciulla… era una Ninfa, più precisamente una Nereide.»

«Sarebbe?» chiesero incuriositi Oscar e Leodor.

«Le ninfe fanno parte della mitologia di un mondo del tutto sconosciuto… anche a me; alcune sono fanciulle immortali e sempre giovani, altre hanno sempre l’aspetto giovane ma sono mortali, precisamente quelle di terra.

Le Nereidi hanno soffici capelli ornati di perle e viaggiano a cavallo di delfini o cavalli marini. Sono arrivate a noi grazie al forte richiamo di vita che fuoriusciva dal piccolo pezzettino di cristallo rimasto incastonato nella pietra.

Le pulsazioni della luce hanno oltrepassato tutte le barriere spazio-temporali giungendo oltre il nostro mondo. Così, una delicata fanciulla è giunta fino a noi creando il mare. Il mare di Oniwa… la sua creatrice si chiama Hary e vive nelle profondità di esso.

Hary non poteva controllare l’immenso mare che circonda Lemuria da sola, anche perché dopo molti secoli la natura riprese il suo corso e divenne più florida, quindi bisognava controllare gli uomini affinché i tesori dei fondali venissero custoditi e non annientati.

Dal suo soffio, quindi, o meglio dalla sua acqua vitale, fece nascere Dorya e Glaide. Dividendo così il mare di Oniwa in tre parti: Dorya controllava Yro e Glaide, Lyriu.»

«Wow! Che forza! Tu hai mai visto una ninfa?»

«No Oscar, mai!»

«Le Nereidi cosa sono?»

«Le ninfe si dividono in ninfe della terra, dell’aria e dell’acqua. Le Nereidi sono le ninfe dell’acqua.»

«Proprio come per gli elfi e i folletti, giusto?»

«Giustissimo Oscar!»

«Baulino perché non ci fermiamo un po’? Sono assonnato e affamato.»

«Ok Oscar, fermiamoci sotto questo albero.»

«Così vai a ronfare su di esso…»

«Ah! Ah! Spiritosi…»

«Ma cosa mangiamo visto che Karin non c’è?»

«Sono pur sempre un elfo o no, Leodor?»

«Eh sì ma la collanina…»

«Tranquillo! Unite chiave e scudo, lasciate cadere su di essi una goccia dei regali di Rillith e pronunciate:

“Bacche e balocchi, riso e finocchi, bacche e balocchi, riso e finocchi…” ehm… come era?»

«Ah bene. Complimenti Baulino, sei sempre il solito elfo, volevi dire!»

«Eh no Oscar, è che non sono abituato. Di solito c’è Rillith che si occupa di impasticciare le parole per fare incantesimi.

Ah ecco! Ci sono! Ripetete con me per tre volte: “Bacche e balocchi, riso e finocchi, frutta e verdura, dacci ciò che vogliamo o mai più ti invochiamo!”»

Dopo essersi rifocillati per benino, Oscar e Leodor si distesero sotto l’albero ad ascoltare Baulino che narrava un’antica

vicenda che lo vide protagonista di un’avventura alquanto strana insieme a Rillith.

«Qualche anno dopo il nostro incontro, io e Rillith, stavamo passeggiando tra gli alberi, io come al mio solito ero molto allegro e tra un salto e l’altro caddi in un profondo burrone. Ovviamente Rillith non esitò a dirmi: “Te lo avevo detto, sei il solito, non mi ascolti. Ora cavatela da solo, io continuo, vedo delle piantine che hanno bisogno del mio tocco” e io risposi: “E che ci vuole? Per un elfo come me… con un salto sono già fuori!” All’improvviso, alle mie spalle udii un verso strano che mi bloccò ma inizialmente non mi girai, confesso che ebbi un po’ di paura ma temerario come al solito feci un lungo respiro e, così, decisi di girarmi. Non vidi nulla e a quel punto mi feci una grassa risata. “Ah Rillith, Rillith vorresti spaventarmi, eh?”

“Non so di che parli” disse Rillith.

“Sì! Allora che ci facevi alle mie spalle?”

“Alle tue spalle? Io sono vicino alle piantine che cerco di capire cosa succede.”

Allora mi incuriosii e mi inoltrai in una piccola caverna all’interno del burrone, cercavo di scoprirne i suoi segreti e chi ci vivesse. Confesso che, nonostante la mia percettività, non riuscii a vedere nulla ma quel verso l’avevo sentito sul serio. Proprio per questo non persi altro tempo e mi affrettai a raggiungere l’uscita, così ritornai da Rillith che ovviamente non mi credette.

Ancora oggi mi chiedo quale essere abiti in quel burrone ma sinceramente preferisco che resti un mistero. Questa è una delle tante piccole avventure nelle quali Rillith ha dimostrato la sua fermezza ma nonostante tutto io sono rimasto il solito da allora. Mi sono reso conto di aver sul serio bisogno di un tipino come Rillith che mi mette a freno.

Ehi ma mi state ascoltando? Ah bene, ci mancava solo che dovessi stare qui a parlare da solo! Ah cari amici miei, dormite pure, ci aspetta un lungo cammino!»

Così salì sulla cima dell’albero e sedendosi su di un ramo iniziò a osservare l’infinito.

«Baulino! Baulino… sono io, Rillith!»

«Eh? Rillith? Dove sei? Non ti vedo, ti prego fatti vedere. Voglio vederti… sei proprio tu? Dove sei?»

E agitandosi per cercare Rillith cadde inaspettatamente giù dall’albero.

«Baulino, sei sempre il solito goffo e scherzoso elfo, che ridere! Sì sono io, Rillith! Non puoi vedermi, ti sto parlando attraverso questo meraviglioso albero, vieni avvicinati…»

«Oh Rillith! Che gioia risentire la tua vocina, se solo per un attimo potessi vederti. Iniziavo a credere che ci stessi dimenticando. Quando ritorni da noi?»

«Non chiederlo. E poi come potrei dimenticarvi? Voi mi tenete viva e tenete viva la speranza del mio regno. Sinceramente sarei dovuta tornare prima, molto prima, ma sai… bhè… allora, ricordi Asia?»

«Sì, la ricordo perfettamente, me ne hai parlato e so che è la follettina che è stata promessa a Leodor e Karin ma che non ha potuto affrontare il viaggio con noi perché impegnata, insieme a Myku, elfo di Karin e Leodor, in una dura battaglia per la difesa di un regno magico.»

«Ricordi tutto allora!»

«Certo! Cosa le è successo?»

«Mentre stavo attraversando Anarion-Isira[1], perché decisa a ritornare da voi, mi piomba addosso priva di sensi e da allora non si è più ripresa. Purtroppo tutto ciò che le appartiene sta pian piano perdendo vita e io fino a che non si risveglia devo starle accanto per impedire un imminente disastro. Volevo solo dirti che sono fiera di te, di come ti sei comportato in questi anni.

Continua così e non smettete di sperare e di far sperare, di sognare e far sognare. Sono contenta che finalmente ti sei deciso a portare i ragazzi in viaggio. L’idea di lasciare le fanciulle su Lemuria è stata molto saggia. Ora devo lasciarti, mi raccomando, non dimenticatemi mai.»

«Rillith, no, Rillith… Oh Rillith, sei andata via di nuovo. Aspetta io… io devo dirti tante cose…»

«Baulino cosa ti succede? Perché ti agiti e gridi?»

«Oscar! Rillith… Asia… hanno bisogno di me… devo andare!»

«Cosa dici? Forse sognavi, ora calmati…»

«Non puoi capire, ti spiegherò tutto, aprimi un passaggio, ti supplico Oscar.»

«Non vuoi abbandonarci, vero Baulino?»

«No, non devo abbandonarvi Leodor, devo aiutare Rillith!»

«Come sai che è in pericolo? Non puoi neanche attraversare le barriere di Anarion-Isira.»

«Mi ha parlato, si lei mi ha parlato attraverso l’essenza di questo albero…»

«Ok Baulino, farò come dici ma fa’ attenzione e ritorna, ti prego!»

Baulino scomparve.

Era di fronte alle barriere che lo avrebbero condotto ad Anarion-Isira.

La sua mano destra oltrepassò le barriere: un forte brivido lo percosse, un luccichio lo avvolse quando, all’improvviso, una voce di rimprovero lo fermò.

«Baulino!»

Baulino ritrasse velocemente la mano, la luce si dissolse e Baulino si voltò: «Nhel? Io…»

«Baulino, capisco le tue buone intenzioni ma cosa accadrebbe se tu, un elfo, oltrepassassi le barriere di Anarion-Isira?»

«Oh Nhel, lo so bene ma Rillith ha bisogno di me, io devo andare, non posso lasciarla ancora sola.»

«Baulino, Rillith conosce le sue responsabilità meglio di qualsiasi altro folletto, se la saprà cavare. Il tuo è solo un bisogno, si, il bisogno di starle accanto, vederla, sentirla. Questo è molto bello da parte tua ma non pensi alle conseguenze? Noi dobbiamo proteggere il mondo, i regni…»

Baulino annuì tristemente, sapeva che Nhel aveva ragione.

«Non posso fare nulla?»

«Sì! Osservare.»

Allora Nhel toccò la barriera e un piccolo pezzettino di questa divenne una specie di specchio dal quale Baulino poté finalmente rivedere la sua Rillith.

«Rillith, girati sono qui. Sono qui per aiutarti…»

«Non può vederti né sentirti. Noi possiamo, ma lei no!»

Quello che poté vedere Baulino fu l’immenso dolore che percorreva gli occhi della dolce Rillith, la stanchezza dei giorni passati a far sì che Asia potesse riprendersi e con lei la sua natura.

Tutto ciò che la circondava stava perdendo vita e solo il tocco di Rillith poteva frenare tutto questo.

Il suo animo, la sua tenacia, il suo sorriso non erano cambiati e questo bastava a far restare in vita un intero regno!

«Adesso devo andare.»

«No, Nhel! Ancora un attimo. Ti prego!»

«Non posso Baulino, ricordati dei ragazzi, soprattutto ricordati di non dimenticare, di far restare vivo in voi il ricordo di Rillith. Non far smettere ai tuoi ragazzi di sognare, solo così potete aiutare Rillith. Solo la vostra speranza potrà salvare Anarion-Isira…»

Poi scomparve lasciando Baulino solo di fronte alla barriera che ormai si era spenta e non lasciava intravedere più nulla.

Dopo qualche ora passata di fronte alle barriere che lo dividevano da Rillith, Baulino decise di ritornare da Oscar e Leodor.

[1] Anarion-Isira: Cascata della Purezza (Regno di Rillith)

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di Annalisa Vozza

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