Commodore VIC-20

Commodore VIC-20

Commodore VIC-20

Il boom del computer domestico è iniziato con un modello economico, versatile ed educativo: il Commodore VIC-20. Era l’inizio degli anni ’80: un modo nuovo di passare il tempo si diffondeva tra i giovani e gli adulti.

Migliaia di persone sedevano, di giorno e di notte, di fronte ad un nuovo strumento dalle possibilità apparentemente infinite.

Il Commodore VIC-20 è stato il “primo computer” di una generazione di persone che, probabilmente, hanno deciso il proprio futuro in funzione delle nuove prospettive offerte dall’informatica.

Basato su un processore 6502, il Commodore VIC-20 fu pubbicizzato come computer “per la casa, il gioco ed il lavoro”: in effetti la sua versatilità e disponibilità di strumenti lo rendeva estremamente interessante.

Un processore dedicato al suono, il SID, offriva per la prima volta un mezzo nuovo per la sperimentazione musicale: poche righe di programma, spiegate esaurientemente dal “signor VIC” (l’omino protagonista del manuale del Commodore Vic 20), permettevano la simulazione di infiniti effetti sonori.

La possibilità di caricare istantanemanente i programmi disponibili su cartuccia sembrava incredibile. Quella grafica così spartana, ma anche affascinante, lasciava immaginare chissà quali paesaggi si nascondevano dietro gli orizzonti dei videogiochi più attraenti.

Anche la forma del Commodore VIC 20 è rimasta impressa in maniera indelebile nelle nostre menti: due gusci di platica arrotondati che hanno lasciato un impronta inconfondibile nei successivi computer della Commodore.

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Febbraio 23, 2016

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