Il sogno

Il  sogno che solo qualche anno prima sembrava irrealizzabile era lì, sotto i suoi occhi! Ancora non riusciva a crederci: una piccola casa in riva al mare.

Era consapevole che, nella vita, c’erano vicende molto più’ importanti, ma questo era un affare che aveva gestito da sola e ciò  la rendeva euforica.

Non avrebbe mai smesso di ringraziare i suoi genitori; senza il loro contributo economico non sarebbe riuscita nel suo intento.

Ora la osservava estasiata, orgogliosa di come era riuscita a curare tutti i dettagli.

Ammirava l’esterno, con le grandi vetrate. Girovagava per le stanze  grezze, alcune ancora in fase di costruzione. Camminava a piedi nudi nel piccolo giardino che circondava la villetta.

Si beava del panorama che offriva il mare d’inverno, scrutava le onde che si rincorrevano,  osservava i rari passanti e si compiaceva della tranquillità’ che regnava intorno a lei.

Susan prevedeva  che non sarebbe vissuta sola in quella casetta.

Sapeva che, forse molto presto, David sarebbe andato a vivere con lei. Questa era una cosa che la faceva sognare e la rendeva felice.

Adorava David e, fortunatamente, David adorava lei.

Formavano una coppia perfetta.

Amavano moltissimo stare soli, le loro due anime con il mondo confinato all’esterno. Avevano sempre un sacco di cose da raccontarsi e, tutte le volte che si  vedevano era come se non si incontrassero da anni.

Questo isolamento non era apprezzato dai loro amici, ma la loro intesa era talmente forte che, a volte per settimane, si dimenticavano di tutti .

Susan non si poteva definire una bella donna.  Aveva però un paio di occhi scurissimi e molto intensi che le conferivano un forte magnetismo. Quello che la rendeva differente dalle altre ragazze erano la simpatia e il modo di comunicare.

Il suono pacato della voce e l’espressività degli occhi catturavano  l’attenzione di qualsiasi interlocutore.  Quando parlava,  il tono era armonioso e dolce. Era un invito all’ascolto.

David era un bell’uomo. Gli occhi neri e una cascata di riccioli corvini  incorniciavano un viso perfettamente ovale, con la pelle olivastra, tanto che sembrava perennemente abbronzato.

La ragazza lavorava come direttrice commerciale in una Ditta che forniva attrezzature  alle più grandi catene d’alberghi del mondo.

David era proprietario di una grande concessionaria di automobili  e, a volte, si dilettava a lavorare sui motori delle auto che circolavano nel suo salone. Era in società’ con il suo migliore amico, Thomas.

I due giovani, nonostante il successo in campo professionale, erano rimasti i ragazzi semplici di un tempo e, forse, era proprio questo il segreto della loro riuscita.

Thomas era il fidanzato di Sharon, la migliore amica di Susan e, tra i quattro, la più chiacchierona.

Sembrava un vulcano, era sempre in movimento: non si fermava mai, non era mai stanca.

All’apparenza timida, diventava un mastino se le cose non procedevano per il verso giusto, ma questa presunta aggressività’ era alla base del suo lavoro: Sharon era un avvocato molto conosciuto e rispettato nell’ambiente legale.

Aveva risolto cause impossibili, a detta degli altri suoi colleghi/avversari.

Grazie proprio alla sua determinazione, riusciva sempre a spuntarla su tutti, senza mai esagerare, sempre con il sorriso sulle labbra: nella  sua professione era veramente una delle migliori.

Sharon e Susan erano amiche da anni, praticamente come sorelle, con la differenza che le sorelle, tra loro, litigano, le due ragazze, al contrario, non avevano mai avuto uno screzio. La pensavano esattamente allo stesso modo, amavano divertirsi nello stesso modo.

Coltivavano ovviamente anche altre amicizie, ma nessuna poteva essere confrontata alla loro.

Era una mattina d’ottobre, quando Susan decise di andare a controllare i lavori nella villa.

Perché non andarci con Sharon? Oltre tutto, erano un paio di giorni che le due amiche non si sentivano. Sicuramente Sharon stava lavorando su una causa importante.

Susan la conosceva bene. Sapeva che, quando lavorava su un nuovo contenzioso, diventava abbastanza nervosa e preferiva essere lasciata sola.

Era una perfezionista e, all’inizio di ogni vertenza, preferiva rintanarsi nel suo ufficio, per analizzare tutti i dettagli con calma.

Poi, quando tutto le era chiaro, tornava ad essere allegra e sorridente come sempre: era il suo modo di affrontare quella professione che adorava. Quindi, quale occasione migliore per distrarla un po’?

lnoltre Susan sapeva che l’amica era molto curiosa e, aveva detto molte volte che avrebbe voluto vedere la villa.

 Fino a quel momento, l’unico che aveva avuto questo privilegio era David.

Si recò a casa di Sharon.

Quest’ultima, come aveva previsto Susan, fu felicissima di accompagnare l’amica. La casa non era molto distante, circa un’ora di macchina, per cui non avrebbero perso troppo tempo.

Chiacchierando e ridendo, le ragazze giunsero alla villa in un lampo.

Sharon ne rimase entusiasta e Il suo fervore aumentava sempre di più, vedendo la felicità dell’amica.

Gironzolarono per le stanze, facendo sogni e progetti per l’arredamento poi, dopo un’ora, stremate, decisero di sedersi un momento sulla spiaggia. Faceva un po’ freddo, ma ne valeva veramente la pena. Il mare era piatto e, il sole d’ottobre, lo faceva sembrare di un azzurro così intenso da lasciare senza fiato.

“Quando pensi che riuscirai a stabilirti qui?” chiese Sharon

“Probabilmente i lavori verranno finiti ad agosto” rispose Susan “ma penso di traslocare non prima di ottobre. Ad agosto vorrei andare in vacanza con David. Sono già alcuni anni che ne parliamo, ma a causa dei suoi impegni di lavoro, abbiamo sempre rimandato. Speriamo sia la volta buona! A proposito, cosa facciamo per Natale? Non si era detto che andavamo tutti insieme in Austria?”

“Non penso di riuscire a venire, ho questa nuova azione legale che mi sta dando molti grattacapi. Alcune cose non mi sono chiare. Ho bisogno di tempo per dedicarmi a qualche ricerca e  per contattare alcune persone.

La prima udienza in tribunale è fissata per il 15 gennaio.

Natale e’ proprio un periodo in cui dovrò darmi da fare per definire tutti i dettagli.”

Susan lasciò cadere il discorso.

Sapeva che la ragazza non avrebbe mai trascurato il lavoro per una vacanza, quindi preferì non insistere.

Le due amiche parlottarono allegramente di tante cose, spettegolarono su amici comuni e risero raccontandosi aneddoti sciocchi e divertenti.

Quando Susan guardò l’orologio si accorse che era quasi mezzogiorno. “Sharon, che ne dici di una pizza? Vista l’ora”

“Susan, sei una persona impossibile! lo, a quest’ora , dovrei essere in mezzo alle scartoffie, non a mangiare una pizza. Comunque, a questo punto, mi prendo una giornata di vacanza e andiamo pure dove desideri”

Continuando su questo tono scherzoso, le due amiche si avvicinarono ad un ristorante poco lontano dalla casa di Susan.

Ai tavoli erano sedute poche persone, ma loro scelsero comunque un tavolo appartato.

Entrambe adoravano quei momenti di intimità.

Sapevano tutto l’una dell’altra e si conoscevano talmente a fondo, che potevano permettersi il lusso di essere sincere tra loro, senza creare malumori o malintesi.

La franchezza che erano riuscite a instaurare, aveva fatto crescere il  rapporto e la fiducia quindi, essere sole, significava potere condividere qualsiasi cruccio o incomprensione, con la sicurezza di essere capite e aiutate.

Finito il pranzo, le due amiche tornarono verso la villa per riprendere l’auto  al parcheggio. Erano in procinto di aprire gli sportelli, quando Susan sentì una voce:

“Scusa, e’ tua questa villa?”

Mentre si volgeva per verificare da dove proveniva quel suono, incontrò due occhi azzurri così intensi che la fecero rimanere senza parole. Aveva di fronte un ragazzo altissimo, definirlo bello era molto riduttivo. Accanto a lui, un altro ragazzo, anch’egli con un fisico e un volto da togliere il fiato.

Susan pensò E’ sicuramente un sogno, uomini così belli si vedono solo in televisione!. Guardò Sharon, anche lei stava fissando incantata i due ragazzi che, essendosi accorti dell’effetto che avevano provocato, ridacchiavano guardandosi.

“Ciao, io mi chiamo Alex, lui e’ mio fratello Mine. Passavamo da queste parti e abbiamo visto questa casa in costruzione. E’ veramente splendida! Ci stavamo chiedendo chi fosse il proprietario, quando siete arrivate voi”

“Sono io la proprietaria” lo interruppe Susan “e non e’ in vendita. Scusateci, ma siamo molto in ritardo. Dobbiamo proprio andare. Piacere di avervi conosciuto”.

Salirono in macchina e ripartirono senza guardarli.

“Susan! Cosa ti è preso? Da dove è saltata fuori questa maleducazione? Sei stata acida e cafona. Caspita! Hai visto che due fusti? “

“L’ho pensato anch’io! Ho sempre considerato David un bellissimo uomo, ma Alex lo batte davvero”

“Secondo me è molto più bello Mine. Hai visto che capelli? E che occhi!Peccato che non li rivedremo più, anche grazie alla tua scortesia. Non che mi interessi, per la verità, io ho il mio Thomas, e cerco di tenermelo stretto, gli altri uomini non mi interessano proprio”

“Sharon, che discorsi fai! Anche a me non interessano gli altri uomini, però non puoi negare che abbiamo conosciuto i due fratelli  più attraenti che esistano e, uomini così, si guardano volentieri”

Rapidamente arrivarono nell’isolato casolare di campagna di Sharon.

“Entri per un ultimo caffè?”

“No, Sharon, ti ringrazio, ma vado a casa. Tra l’altro David ha detto che questa sera sarebbe venuto da me prima del solito. Ciao, ci vediamo nei prossimi giorni. Grazie per la compagnia”

Il mattino dopo Susan si svegliò pensando a due occhi azzurri. “Che cretina che sono! Cosa mi salta in mente? Dai, alziamoci, che oggi in ufficio ho un sacco di cose da sbrigare”

Alcuni giorni dopo, appena rincasata dal lavoro, sentì squillare il telefono.

“Susan, non riattaccare, sono Mine. Se l’altro giorno ci avessi lasciato parlare, ti avremmo spiegato che anche noi abbiamo intenzione di acquistare una casa. Siccome la tua e’ veramente carina e, in alcuni dettagli, hai avuto buon gusto e originalità , vorremmo alcune informazioni su chi ti ha fatto il progetto, chi te la sta costruendo, come hai intenzione di finirla. Non stiamo cercando delle scuse per abbordarti, vogliamo chiarimenti riguardo la tua villetta”

“Come avete avuto il mio numero?”

“All’inizio lo abbiamo chiesto ai muratori, che non hanno voluto darcelo. Poi abbiamo scoperto che in alcune pareti ancora da imbiancare c’è scritto il tuo nome”

“E’ vero, l’ho scritto io un giorno in cui ancora non credevo che si trattasse della mia villetta. E’ stato un modo per prenderne atto, inoltre pensavo che potesse servire ai muratori, in caso di estrema necessità, ma torniamo a noi. Se ho ben capito vorreste venire a casa mia per ottenere qualche informazione?”, chiese sospettosa Susan.

“Come vuoi tu, ma pensiamo sia meglio se ci incontriamo alla villetta. In questo modo riusciremmo a spiegarti le cose toccando con mano. Se non te la senti di a venire sola, porta la tua amica”

“Potrei portare il mio ragazzo”

“Susan, porta chi vuoi, come ti ripeto vogliamo parlare seriamente”

“OK, richiamami fra mezz’ora. Ti saprò dire dove e quando. Ciao”

Susan contattò immediatamente David.

“Ho bisogno di te” gli spiegò’ tutta la situazione.

“Susan, sai benissimo che non mi posso assentare dal lavoro in questo periodo e non sono nemmeno in grado di prendere impegni precisi. Abbiamo il salone pieno zeppo di auto. Non mi puoi chiedere una cosa del genere. Sei in grado di gestire tutto da sola. Se vuoi, puoi chiedere a Sharon di accompagnarti. Dai, lasciami fuori da questa storia”

“David, io ci voglio andare con te”

“Non fare la bambina. Ti ho spiegato che non posso. Se proprio non ci vuoi andare, non andarci. Nessuno ti obbliga”

Riattaccò il telefono un po’ delusa. Rimase a pensare per qualche istante, poi decise di telefonare all’amica

“Sharon, hai presente i due fusti che abbiamo incontrato in villa?”

Le raccontò tutto.

“Susan, David e’ veramente un uomo eccezionale, non essere arrabbiata con lui. Comunque, se mi prometti che mi riporti a casa presto, ti accompagno io”

Quando Mine richiamò Susan, si diedero appuntamento per il tardo pomeriggio del giorno dopo.

 Arrivate su luogo dell’incontro lo trovarono solo ad aspettarle.

“Alex si scusa, ma aveva un altro impegno.”

Parlarono per circa un’ora. Mine volle sapere anche i dettagli più insignificanti, riguardo la villa.

Alla fine decisero di rivedersi, insieme ad Alex, per renderlo partecipe e illustrargli tutti i particolari.

Fissarono l’appuntamento per la settimana dopo.

Durante il viaggio di ritorno le due ragazze commentarono quell’incontro “E’ veramente bello” disse Sharon “anche molto simpatico. Ed era entusiasta della casa. Susan, se  la costruiranno nei pressi della tua, potrai vedere due splendidi ragazzi tutte le volte che vorrai”

“Sharon, non mi interessa vederli”

“Sei di cattivo umore? Forse perché non c’era Alex?” la punzecchiò l’amica

“Figurati, per quello che mi importa. Adesso ti saluto, ci vediamo la settimana prossima. Vieni con me all’appuntamento, vero?”

“Sicuro! Sempre a patto che tu non mi faccia perdere troppo tempo. Ciao, non pensare troppo ad Alex, mi raccomando”

Non fare la stupida” rispose Susan mentre ripartiva.

Quando, la settimana dopo Susan si trovò davanti Alex, rimase di nuovo senza fiato. Non se lo ricordava così bello! I suoi occhi la imprigionavano, la facevano quasi sentire a disagio.

I quattro ragazzi visitarono minuziosamente la casa. Alex e Mine chiedevano spiegazioni su tutto; diedero anche preziosi consigli a Susan, che li accettò con gioia. Sharon non smetteva un attimo di guardare Mine. Era veramente attratta da quest’uomo, Susan se ne era accorta. Conosceva così  bene l’amica!

Più tardi decisero di andare tutti insieme a mangiare un boccone. Continuarono a parlare della casa e a scherzare durante tutta la cena.

Fu  una serata piacevole, ma giunse il momento dei saluti.

Tutti erano consapevoli che, forse, non si sarebbero più rivisti.

 Meglio così pensò Susan fra sè prima di addormentarsi cominciavo a essere stanca di questi appuntamenti. Però Alex e’ veramente bello. E che occhi!” E pensando agli occhi di Alex  si addormentò.

ll giorno dopo non doveva recarsi al lavoro, per cui telefonò a David.

“Vieni con me alla villa? E’ da un po’ che non la vedi. Inoltre ieri ho notato alcune cose che non mi sono piaciute e vorrei parlarne con te”

“Susan, oggi non mi e’ proprio possibile. Forse mi libero nel pomeriggio, ma non sono sicuro. Vai tu, parla con i muratori delle cose che non ti piacciono, poi se riesco a ritagliarmi un po’ di tempo, più tardi ti raggiungo”

Susan, controvoglia, partì da sola. Parlò con i muratori poi, siccome era ancora presto, si mise seduta sulla sabbia a guardare il mare.

“Ciao, sembri una sirena in attesa delle onde”

Susan non si girò nemmeno, aveva già riconosciuto la voce.

“Ciao, Alex, vuoi sederti con me?”

Cominciarono a parlare. Susan parlò di David, del loro splendido rapporto, di come era innamorata. Raccontò di Sharon, di Thomas, del suo lavoro.

Alex le disse che si era appena separato, le parlò della moglie, di Mine, della sua vita. Poi, inevitabilmente, ricominciarono a parlare della casa.

“Vieni-disse Susan  -entriamo. Ti mostro le modifiche che ho deciso di intraprendere”

Alex si congratulò per le nuove idee e approvò in pieno le sue decisioni. Susan si sentiva euforica, non smetteva di guardare fisso negli occhi Alex, trovava ogni pretesto per sfiorarlo e per avvicinarsi a lui.

A un certo punto pensò Vorrei che mi baciasse . Poi, rendendosi conto di quello che aveva pensato, si vergognò e arrossì di colpo, Alex  la guardò, notò il suo rossore, i loro occhi si incontrarono e lui molto lentamente le si avvicinò.

Susan era stregata, non riusciva a distogliere lo sguardo, capiva che si stava avvicinando troppo, percepiva che sarebbe successo qualcosa tra loro, ma non riusciva e non voleva reagire. Per niente al mondo avrebbe spezzato quell’incanto, era un momento magico e  lo voleva assaporare pienamente.

Il cuore le martellava in gola, era pervasa da una serie di brividi, si sentiva proiettata in un’altra dimensione.

Le loro labbra si unirono. Fu un bacio appassionato.

Quando si staccarono Susan non resistette all’impulso e fu lei, questa volta, a prendere l’iniziativa. Quello che successe dopo, la ragazza intuì che lo aveva voluto fin dal primo momento in cui aveva visto Alex.

Verso sera, quando si rivestirono, l’imbarazzo scese tra loro. Susan guardava l’amante e pensava a qualcosa di sensato da dire. Era felice di quello che era successo, l’aveva desiderato con tutta se stessa.

Tra le sue braccia si era lasciata andare senza rimorsi e senza pensare a nulla. Finalmente Alex ruppe quel silenzio fastidioso.

“Susan, sono molto felice di quello che e’ successo tra noi. Mi sei piaciuta già dalla prima volta, quando non mi hai degnato di uno sguardo.

Mi attrai non solo fisicamente, mi affascina il tuo modo di sorridere, mi conquista il tuo modo deciso con il quale affronti la quotidianità.

Non posso dire di essere innamorato di te, però da parte mia c’e’ la voglia di continuare questo rapporto che sta diventando sempre più intrigante e piacevole. Ma mi rendo conto che c’è un’altra persona, tu hai David, quindi non voglio insistere.

Ti rivedrei con piacere, ma questo dipende da te. Se non vuoi, non ti cercherò più. Prenditi tutto il tempo che vuoi per pensarci. Se lo riterrai opportuno, mi chiamerai. Ti rispetto troppo per importi la mia presenza”.

Susan si avviò verso casa con molta amarezza. Pensava a David. Cosa le era preso? Come aveva potuto fare una cosa del genere? David non l’avrebbe mai perdonata. Erano sempre stati molto chiari l’uno con l’altra riguardo il tradimento.

Adesso? Come uscire da questa storia? Tacere sarebbe stata la soluzione migliore. Ma la sua coscienza, come avrebbe reagito?

Lei non aveva mai avuto segreti con David.

Si precipitò a casa di Sharon. Si sfogò con l’amica.

“Susan devi dimenticare quello che e’ successo. Soprattutto, non devi assolutamente dirlo a David. Lo so, all’inizio sarà difficile, ma con il passare del tempo, tutto tornerà alla normalità. In fondo non è successo niente di irreparabile. Stai tranquilla, vai a casa e dormici sopra.

Domani vedrai le cose in maniera diversa. Adesso sei ancora agitata, per forza, e’ appena successo tutto! Una notte di sonno ti farà vedere le cose sotto un’altra dimensione. Tu sei innamorata di David. Uno sbandamento può capitare”

Susan seguì il consiglio dell’amica. Staccò il telefono e andò subito a letto.

 La mattina dopo si svegliò prestissimo, si sentiva già meglio. Aveva preso la sua decisione.

 Andò al lavoro prima del solito e, dall’ufficio, chiamò David.

“Ho bisogno di parlarti. Nel pomeriggio sono libera. Vorrei vederti”

Quando David arrivò, gli raccontò ogni cosa.

“Devo anche dirti, David, che non mi voglio scusare. Sono adulta, non posso dire che non volevo o che ho perso la testa. Sapevo benissimo quello che stavo facendo. Ed era proprio quello che desideravo in quel momento.

Non sono innamorata di lui, amo te, lo sai.  E’ stato un colpo di testa, non e’ stato importante, ma non voglio passare per la stupida che si lascia abbindolare dal primo uomo che incontra. L’ho voluto anch’io.”

“Ho capito, ma non serve a niente. Abbiamo affrontato l’argomento più volte e sono sempre stato chiaro: non sono una persona che perdona un tradimento. Sei stata sincera e, per questo, ti ammiro, ma non stiamo girando un film, dove l’uomo tradito perdona sempre e arriva il lieto fine.
Questa e’ la vita e io non riesco a perdonarti.
Anche se provassi a farlo, tra noi non sarebbe più come prima. Sapevi a cosa andavi incontro. Mi dispiace tantissimo, Susan, ma e’ finita. Finita davvero”

Mentre David se ne andava, Susan capì che quella era l’ultima volta che lo vedeva. Lo conosceva fin troppo bene, sapeva che aveva parlato sul serio. D’altra parte, quando aveva deciso di dirgli tutto, era sicura che lui avrebbe reagito cosi.

Lo sapeva che lo avrebbe perso! Ma come avrebbe potuto continuare con lui, tacendo? Non ne sarebbe mai stata capace. Il loro rapporto si sarebbe guastato ugualmente, perché lei non sarebbe più stata la stessa.

Si rifugiò nella villa al mare.

Entrò nella stanza dove era stata con Alex e si guardò intorno.

Aveva la coscienza pulita ora, ma non aveva più David.

Sapeva che lui non avrebbe mai cambiato idea. Era sicura che non sarebbero mai più tornati insieme. Grosse lacrime le sgorgarono dagli occhi.

Si guardò intorno. Osservò la casa e le parve diversa. Chiuse gli occhi e sentì la sua voce e quella di David fare progetti su come arredare le varie stanze, decidere quale sarebbe stata la loro camera e quale quella dei loro figli.

Non era la villetta il suo sogno, ma era il pensiero della vita che ci avrebbe trascorso con David.

Ora quel posto assumeva un altro significato, era solamente una costruzione dove avrebbe abitato in solitudine.

Era la vita con David il suo sogno e lei, per un capriccio aveva rovinato tutto.

Andò a passeggiare sulla spiaggia.

Forse…in futuro David avrebbe sbollito la sua rabbia e sarebbe tornato da lei.

Forse…in futuro si sarebbe innamorata di Alex e avrebbe trascorso la sua vita con lui.

Forse…in futuro avrebbe ricominciato ad amare la sua villetta, come aveva fatto fino a ieri.

Forse…in futuro sarebbe stata felice e sorridente.

Forse…in futuro sarebbe stata in grado di affrontare di nuovo la vita, da sola

Forse…

di Alessandra Rinaldi

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