La poesia didattica del nord

9

La poesia didattica del nord

Nel panorama letterario del nord l’attività di chi compone poesia in volgare sembra concentrarsi nelle ricche città della pianura padana (sebbene non sia assente a Genova). In questi scritti si avverte spesso l’eco della Bibbia, della predicazione dei frati e di quella dei movimenti pauperistici, tanto che l’intero genere cade sotto il nome di poesia didattico-religiosa.

Il principale esponente di tale poesia fu il milanese Bonvesin Da La Riva, ma prima di soffermarsi su di lui è bene citare altri nomi.

Girardo Patecchio da Cremona fu uno dei primi rimatori della nostra letteratura e trattò argomenti morali usando spesso detti proverbiali tratti dalla Bibbia o dalla saggezza popolare. La sua opera Splanamento de li proverbi de Salomone è un poemetto di carattere biblico, costituito da 606 versi rimati a coppie, dove vengono raccolti una serie di insegnamenti morali divisi per argomento.

L’opera Le Noie, invece, raccoglie in versi i fastidi della vita, ispirandosi al genere provenzale l’enueg (componimenti che avevano per trama le lamentazioni per le preoccupazioni quotidiane).

Uguccione da Lodi, probabilmente concittadino di Patecchio, è conosciuto per il suo Liber; un poemetto di 702 versi in strofe monorime, scritto in dialetto lombardo-veneto, incentrato sul tema della giustizia divina.

Questa viene raccontata attraverso la meditazione sui peccati dell’uomo, la descrizione delle pene infernali e i proposti per la penitenza. L’opera ha un carattere compilatorio e ricalca da vicino i testi latini di catechismo e di insegnamento cristiano.

Raffigurazione di Milano nel Medioevo

Tra le prime serie di proverbi che fioriscono nel medioevo troviamo Proverbia quae dicuntur super natura feminarum, il più antico libello italiano dall’intento moralista contro il genere femminile. L’anonimo autore si ispirò alle composizioni misogine più antiche, diffuse soprattutto in Francia.

Il testo propone una serie di prove contro svariate donne, attraverso aneddoti risalenti fra il 1152 e il 1160, con lo scopo di screditare genericamente tutte le donne. L’intento è da un lato deterrente, dall’altro intimidatorio, e il lettore ideale è rappresentato dall’uomo ingenuo e catechizzabile.

Giacomino da Verona si colloca tra i poeti popolari ed è considerato uno dei precursori di Dante, in quanto, in due poemetti, descrisse il funzionamento è le caratteristiche di un mondo ultraterreno.

In De Jerusalem celesti (La Gerusalemme celeste) e in De Babilonia civitate infernali (la Babilonia infernale) vengono descritte rispettivamente le gioie dei beati ammessi in Paradiso e le pene alle quali sono sottoposti i condannati all’Inferno.

L’architettura e l’intento di queste opere ricalca il modello delle esperienze giullaresche, ma la materia prima dell’ispirazione va ricercata nell’Apocalisse, nella letteratura francescana del tempo e nelle fantasie dei predicatori.

Pietro da Bescapè è considerato un poeta popolano per i popolani. Nel 1274 compone il Sermone, poema didascalico in cui viene raccontata la storia del mondo, dalla creazione al giudizio finale. È composto da 2440 versi scritti, per la prima volta, nell’antico dialetto lombardo.

Bonvesin Da La Riva

L’anonimo genovese è uno dei principali esponenti della poesia didattica settentrionale. Di lui ci restano 147 poesie in volgare e 34 in latino. Con la sua poesia d’ispirazione politica e civile rappresenta bene le varie lotte tra le fazioni interne a Genova.

Bonvesin Da La Riva è il poeta più fecondo della cultura milanese del Duecento. Frate laico appartenente al terzo ordine degli Umiliati, è riconosciuto doctor in gramatica, e si dedica assiduamente alla traduzione e alla riduzione di opere latine proprie e altrui.

Tra i suoi lavori troviamo un racconto morale e un manuale di buone maniere a tavola; ma l’opera più importante in volgare è il Libro delle tre scritture, un poemetto in quartine tripartito in Scrittura negra, descrizione dell’Inferno, Scrittura rossa, descrizione della Passione di Cristo, e Scrittura dorata, dedicata al Paradiso.

Il componimento, evidente anticipazione del poema dantesco, è una sorta di sceneggiatura dell’aldilà di notevole valore storico e di forte suggestione poetica.

Raffigurazione degli orrori descritti nella Scrittura negra

Vai alla cronologia storico-letteraria del Duecento

← Capitolo 8                                                                    Capitolo 10→

Torna all’inizio ←

Lascia un commento