Le streghe di Albione

Giugno. Anno del Signore 1644

 

Il rumore degli zoccoli dei cavalli arrivò alle orecchie della  vedova Jones ancora prima di vedere se si trattasse di Teste Rotonde o Realisti. Si accoccolò assieme ai due figli dietro alle rovine della casa. Il puzzo di bruciato dell’incendio recente non lasciava prove su quale delle due parti fosse stata responsabile del bombardamento. Ambo le parti belligeranti distruggevano pur di vincere quella assurda guerra fratricida. Il fuoco bruciava in ogni caso, o in nome del Re o di Cromwell.

Chi pagava era sempre la popolazione. E naturalmente le streghe, o presunte tali. Il giorno in cui la Guerra Civile fosse terminata, i vincitori, o in nome del Re o del Parlamento che fosse, l’avrebbero condannata dal tribunale dell’Inquisizione e il rogo avrebbe bruciato le sue carni in ogni caso.

Il rumore degli zoccoli si avvicinò sempre di più fino a quando il clangore delle corazze si aggiunge confermando che si trattava di soldati. La vedova temeva qualsiasi uniforme. Se non avessero saputo chi era, i militi ormai abbrutiti da anni di violenza avrebbero usato il suo magro corpo per i loro istinti bestiali. Se invece l’avessero riconosciuta l’avrebbero consegnata al primo rappresentante dell’Inquisizione nelle vicinanze. Nonostante l’anarchia e il caos quella funzionava sempre.

Udì sprazzi di conversazione. Non era inglese.

Meglio così: le truppe ausiliari straniere di ambo le parti non l’avrebbero riconosciuta. Irlandesi scozzesi o spagnoli solevano comportarsi cavallerescamente: un lusso riservato a chi non assaporava direttamente gli stenti e l’odio locale. Gli spagnoli, poi, venivano riforniti via mare dalla loro flotta che scaricava nei porti in mano ai Realisti non solo cibarie ma anche prostitute. Prosperose americane o africane o anche connazionali loro. Cosa se ne facevano di una sparuta inglese?

«Alto» urlò un ufficiale.

Spagnoli, pensò la vedova.

Poco dopo i cavalieri si accamparono nella piazzetta circondata da case diroccate. Venne acceso un falò e dal suo nascondiglio la vedova cominciò a odorare il profumo del cibo.

Da quanto tempo non mangiava?

Cercò di saziarsi con gli aromi delle spezie del meridione mentre ascoltava le conversazioni dei soldati in quella lingua della quale non capiva una parola.

Guardò i figli che sembravano due cuccioli che perdessero la bava. Si sentì in colpa. Se fosse stata arrestata avrebbero pagato anche loro le colpe materne. Colpe? Quanta gente aveva guarito lei grazie alla sue erbe medicinali? E la grettezza superstiziosa della ristretta mentalità del suo paese ancora credeva alle streghe. Uno sprazzo di novità un decennio addietro grazie all’avvicinamento al mondo rinascimentale dove la medicina americana e cinese era stata non solo accettata ma anche ricercata e adesso si ricadeva nel baratro dell’Età Buia.

Si voltò e guardò a sud. Oltre l’orizzonte, a poche miglia, c’era il mare. E oltre il mare, la Francia. Un altro mondo, un’altra mentalità. Pace e prosperità. Il Paradiso in Terra, l’anticamera della Rinascenza, un mondo dove le cosiddette streghe erano considerate guaritrici o veggenti o sagge. Un reame dove il Parlamento si era guadagnato il diritto di esistere e limitare il potere del Re senza bisogno di una rivoluzione. Quasi una repubblica, come la culla della Rinascenza, la Serenissima Unione.

E tra quei due mondi, la flotta spagnola alleata al Re, a bloccare la Manica. Ufficialmente per impedire passaggio di volontari francesi a sostegno dei Repubblicani ma ormai coinvolta nell’ingrato compito di fermare i profughi che a bordo di barche o chiatte o altro sfidavano il mare alla ricerca di pace in un mondo completamente diverso.

Per i Re di Inghilterra e Spagna era inammissibile che i loro sudditi si votassero alle blasfeme filosofie che imperversavano dall’altra parte del mare. Un compito in nome di Dio. Ma l’afflusso dei migranti era ormai tanto intenso che neppure la potente flotta del Re Cattolico riusciva a controllare tutto. Specialmente di notte. Di giorno i natanti dei fuggitivi venivano presi a cannonate, ma ormai quei disperati non avevano nulla da perdere. Cannoni Realisti o delle Teste Rotonde del Parlamento o spagnoli erano oramai lo stesso. La morte non aveva bandiera.

Ma nessun aiuto sarebbe arrivato dall’altra parte della Manica. L’Alleanza non voleva immischiarsi nelle faccende inglesi. I due blocchi erano in pace. Una pace di compromesso dal secolo scorso. Enrico VIII aveva strizzato l’occhio alla Rinascenza sempre controllato dall’alleato spagnolo con la porta socchiusa alle nuove filosofie, ma sempre sotto la pressione del Clero.

La vittoria dell’Alleanza della Luce sull’Ombra era ormai lontana di un secolo. La vedova Jones l’aveva letto sui libri di Storia. Appena in tempo prima che venissero censurati. Molti credevano ormai che si trattasse di una leggenda. Il Re e i suoi alleati stavano riscrivendo la Storia. La persecuzione delle filosofie della Rinascenza apparteneva al passato grazie alla fragile alleanza di compromesso e a un decreto di Enrico VIII. Ma i suoi successori assolutisti anziché denigrare o condannare quelle teorie, non ne parlavano affatto.

Meno si sapeva cosa accadeva dall’altra parte della Manica meglio era. Ma allo scoppio della rivoluzione, la fame e la guerra avevano creato miti che esageravano la realtà. In Francia e Italia l’Uomo volava a bordo di navi capaci di librarsi nell’aria e i cittadini erano liberi e non soggetti a un monarca assoluto. Valeva la pena quindi rischiare la pericolosa traversata per lasciasi dietro morte e tirannia. Se avesse vinto il Re, il Popolo non sarebbe stato libero Se avesse vinto Cromwell si sarebbe instaurato il Puritanesimo sostituendolo alla Chiesa Cattolica Riformata.

Se soltanto l’Alleanza si fosse immischiata.

Guerra per guerra se non altro si sarebbe risolta brevemente. Italia, Francia e gli altri sarebbero intervenuti a favore del Parlamento e con le loro portentose macchine volanti avrebbero fatto piazza pulita dei Realisti. Cromwell avrebbe vinto ma i Puritani avrebbero avuto un potere limitato e la filosofia della Rinascenza sarebbe stata introdotta in cambio dell’aiuto. E forse l’Inquisizione sarebbe stata tolta.

Si udì un lontano galoppo di cavalli che si avvicinarono sempre di più. Oltre al battere degli zoccoli  e al clangore ferrigno delle armature le voci in inglese lasciarono capire che entro poco si sarebbero menate le mani oppure ci sarebbero stati salamelecchi. Le Teste Rotonde di Cromwell detestavano gli spagnoli più dei Realisti e li consideravano invasori. I fedeli al Re, al contrario, li osannavano in modo vergognosamente servile. Avevano bisogno di loro dei loro viveri. E il prezzo era…

Sbirciò cautamente e vide il prezzo su una carrozza: una ventina di donne piangenti stipate in quella gabbia con le ruote trainata da quattro cavalli. Non erano prostitute, sapeva. Gli spagnoli avevano le loro, belle pasciute e profumate. Quelle donne scarne e sofferenti erano carne da rogo. Gli spagnoli avrebbero preso possesso delle streghe, le avrebbero fatte imbarcare e l’Inquisizione Spagnola le avrebbe giudicate.

Le suppliche di quelle disgraziate erano staffilate al cuore della vedova.

L’ufficiale dei Realisti salutò in inglese il comandante degli spagnoli. L’altro rispose nella sua lingua col tono del padrone nei riguardi del servo.

Povera Inghilterra!

Lo scambio avvenne veloce. Gli inglesi lasciarono ai loro alleati la carrozza con le streghe e consegnarono dei sacchi.

«Salumi piccanti e formaggi maleodoranti. Una schifezza, ma meglio che morire di fame» commentò un soldato.

«Sai zitto, altrimenti quelli cambiano idea» redarguì una voce.

«Ma dai, questi qua non capiscono un’acca di inglese.»

«Hasta la vista» disse l’ufficiale spagnolo. Un incitamento a togliersi dai piedi.

I Realisti cavalcarono via.

Non appena gli inglesi si furono allontanati, la vedova Jones non credette alle proprie orecchie. L’ufficiale spagnolo parlò in inglese alla streghe. Un inglese scorrevole anche se con il classico accento latino.

«Avete fame, signore?»

La vedova non capiva. Le chiamava ”signore”, con un tono di rispetto. E offriva loro da mangiare. Forse era il modo spagnolo per dare l’ultima consolazione alle condannate al rogo? Le avrebbero bruciate lì?

«Non temete, siamo amici» aggiunse l’ufficiale. Concludendo: «Non siamo spagnoli»

CONTINUA…

 

di Paolo Ninzatti

Racconto breve ambientato un secolo dopo nell’universo del romanzo
“Il Sole all’Orizzonte” dello stesso autore.

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