Una relazione tossica – seconda parte

Monica ora è consapevole, ma la sua vita è decisamente stravolta. Dentro di lei riecheggiano inesorabili gli insulti e le minacce subiti, rimbombano le grida e le urla aggressive, riappare come un’ombra la figura severa di Luca, che con gesti, mimetica e rituali vari usa violenza su di lei.

Gli atteggiamenti infantili di Luca, come quando si tappava le orecchie e sbatteva la testa contro il muro oppure si rinchiudeva in bagno per evitare di affrontare una conversazione non di suo gradimento o discussione a suo svantaggio ed altro ancora, sono immagini ricorrenti nella sua memoria, rinfrescata dalla realtà che, seppur con la consapevolezza acquisita, tuttavia ripete davanti ai suoi occhi le stesse vicissitudini.

Monica non vuole gettare la spugna e lotta per la sopravvivenza, per salvarsi da quest’uomo che le ha riservato un destino troppo crudele.

Lei ricorre a qualsiasi tattica e metodo che possa aiutarla a resistere e rimanere accanto a Luca in veste di “convalescente”, fa meditazione, yoga, stretching, pratica la cristalloterapia, adotta il “no contact” con Luca, per quanto è possibile, data la presenza di Celeste, che richiede il coinvolgimento di Monica, seppur in minima parte.

Si chiede se riuscirà a lasciarlo e se salverà Celeste da quest’incubo.

Ha tante idee, si vuole vendicare in primis di Luca e di chi le ha causato tutto questo, di tutti coloro che hanno abusato di lei, diffonde tra amici, parenti e conoscenti il suo racconto per metterli al corrente ed avere un conforto, in qualche modo,  ma, allo stesso tempo, cerca di riconquistare gli amici persi per colpa di Luca e di ricominciare una vita sociale e lavorativa.

Celeste, intanto, cresce, è  diventata una ragazza liceale, nel pieno dell’adolescenza. Purtroppo, l’odio verso Monica si manifesta sempre più palesemente, con espressioni, toni, termini, modi, gesti e tattiche copiati da Luca, dal quale li ha assorbiti fin da quando era solo una bambina.

Celeste vuole vendicarsi per il periodo in cui Monica, depressa a causa della violenza psicologica, economica ed affettiva subita da Luca, non le ha prestato le dovute attenzioni, trattandola, anzi, come una valvola di sfogo quando Luca non era in casa.

Ma Monica vuole fare l’impossibile per salvare il rapporto con Celeste e va alla ricerca disperata del motivo per cui lei si è trovata in questa situazione, distrutta da un manipolatore perverso.

E, presto, scopre che la causa di tutto ciò risale alla sua infanzia: la sua famiglia di origine non l’ha amata, non l’ha compresa,  l’ha sottovalutata, sminuita, mai valorizzata, confrontata in continuazione con la sorella maggiore, ricorrendo a metodi punitivi severi ricorrenti, annientando, in tal modo,  i suoi bisogni primari e reprimendo le sue emozioni.

Monica ricollega e finalmente comprende i suoi strani atteggiamenti fuorvianti cominciati ad insorgere in adolescenza: dapprima sesso sfrenato, poi sigarette, piccoli furti o tentativi di furto, alimentazione sregolata, dipendenza emotiva da vari partner.

Fino a quando si è incastrata alla perfezione con il narcisismo perverso di Luca, a sua volta con un’infanzia tormentata e dolorosa alle spalle, storie di abbandono materno e dispotismo paterno, che lo hanno segnato a vita con ferite emotive laceranti e non rimarginabili.

Monica si vendica della sua famiglia, chiude i rapporti con sua madre, ancora in vita, ma, ormai, si rende conto che i danni sono stati fatti e che Celeste sta ripetendo esattamente la stessa rivendicazione del risarcimento affettivo.

Questo comporta una grande sofferenza in Monica, che, però, non si arrende e non accetta la perdita di sua figlia.

Vorrebbe annullare tutto il suo terribile vissuto e ricominciare da zero, ripristinando un bel rapporto con Celeste, ma sa che il vissuto, purtroppo, porta a ripetere gli stessi schemi distruttivi nella situazione presente, pertanto, pensa al modo migliore per ristabilire un sano rapporto con la figlia.

Questa, nel frattempo, crede di trovare questo tipo di rapporto con il padre, non rendendosi conto che Luca la manipola a suo piacimento, allo scopo di trarne il “nutrimento” che gli è necessario per sopravvivere e non sprofondare nel vortice della depressione.

Monica sembra essere apparentemente perdente davanti a questa intesa idilliaca tra padre e figlia, ma lei sa e crede che, se si getta alle spalle le angosce del suo passato, può farcela a recuperare Celeste ed anche a salvarla dalle tattiche manipolatorie di suo padre.

Non sarà un compito facile, ma Monica è fiduciosa ed invita tutti coloro che si trovano in questa situazione a fare altrettanto. Soprattutto, a non lasciare che il vissuto distrugga la propria vita, non ripetere gli schemi della propria famiglia d’origine, cercare di rimarginare le ferite emotive prima che sia troppo tardi.

Monica vi esorta ad allarmarvi al primo segnale di atteggiamento fuorviante, chiedendovi il perché lo state facendo e se, effettivamente, ne sentite il bisogno.

Non è giusto colmare le carenze affettive con le dipendenze, anzi, è addirittura pericoloso ed apre la strada a relazioni tossiche molto pericolose, che, se protratte nel tempo, possono generare anche gravi patologie nella vittima.

Pertanto, l’esempio di Monica dovrebbe essere per tutti voi un’esortazione a liberarvi, prima di tutto, prima ancora di decidere di avere una vostra famiglia, delle vostre ferite emotive dell’infanzia.

di Monica Acquaria

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