Amazzoni e robot – Seconda parte – Quarta puntata

Pianeta Imperiale Settembre 2114 D.E.

L’Imperatrice Alexandra frignava e pestava  i piedi come una bambina, nonostante i suoi trentacinque anni. Uno stuolo di dame di corte le ronzava attorno cercando di consolarla con la stessa accortezza con cui si cerca di consolare un gatto infuriato. Due di loro agitavano ventagli per darle aria, altre due erano pronte a sorreggerla nel caso le fosse venuto uno svenimento. Sedute al tavolo con l’aria colpevole le consigliere della Difesa cercavano di scusarsi senza sapere di che cosa.

«…..LP 48, LP 48…. Rendimi le mie legioni, brutta facciadilatta. Incompetente.» Redarguí l’ Imperatrice la memoria del Roboammiraglio, teatrale come sempre.

«Il Cavallo. Tutto il Cavallo in mano a quella vacca incoronata. Un quinto del mio Impero. Perduto. La Sesta Flotta, distrutta. O Dea! Perché mi fai questo?. Come è potuta accadere una simile catastrofe?»

Poi tacque. E guardò le consigliere come se quelle avessero potuto trovare una risposta. E loro sapevano bene che una risposta dovevano trovarla, altrimenti avrebbero subito la furia isterica di Sua Maestá Imperiale.

«Un’arma segreta.» propose poco convinta la Baronessa De Grovin Murowskova.

«Un’arma segreta. O la fortuna dei dilettanti!!» rispose Alexandra aggiungendo.

«Non sta in piedi. Un anno ad attaccare pianeti inutili. Klea la guerra non la sa fare. Vuol solo mettersi in mostra. Poi, tanto per fare qualcosa di giusto, invade il Cavallo e le va bene. Se avesse avuto la fatidica arma segreta avrebbe preso d’assalto il Cavallo fin dal primo giorno di guerra. Invece no. La cretina mandò le sue armate di robot vecchi come il cucco alla conquista di quella pattumiera di Purgatorio 3»

«E se l’ arma segreta l’ avesse scoperta dopo?» ribattè la Baronessa.

«Cosí per caso?»

La baronessa venne zittita, ma Sua Santità la Papessa, con aria seria e solenne propose.

«E se Klea fosse l’Anticristina? Le profezie parlano chiaro. Un giorno l’Anticristina romperà le regole e cercherà di conquistare il Potere. Milioni la seguiranno. La sua tattica di guerra è già fuori dalle regole. E se fosse volontà della Dea che Klea conquisti il Cavallo per fare in modo che noi conduciamo la Guerra Santa contro l’Anticristina per ripristinare la vera Fede?»

«E la Dea aiuterebbe un’eretica?» confutò Alexandra.

«Le vie della Dea sono infinite» rispose la Papessa.

La baronessa riprese coraggio aggiungendo.

«E forse la Dea nella sua infinita sapienza ha fornito un’arma segreta a Klea, affinché noi la scopriamo e ci pigliamo la rivincita.»

«Ma da che parte sta la Dea allora? E’ amica nostra o amica di Klea?» aggiunse dubbiosa L’Imperatrice. La Papessa fu lesta ad argomentare.

«Pensate alla Bibbia, Maestà. A Eva Hitler e a Nerona. Anche loro stavano conducendo una guerra di conquista e stavano seducendo milioni di anime. Ma poi le forze della Fede ebbero il sopravvento.»

Alexandra sembrò riprendere coraggio e risoluta declamò.

«E allora diamoci da fare. Mandiamo la Terza e la Quarta flotta alla riconquista del Cavallo.»

Le donne dell’Universo erano tutte bellissime.

Se una donna  preistorica avesse avuto la possibilità di dare uno sguardo nel futuro e precisamente nell’ anno 2114 dall’Esodo, avrebbe sgranato gli occhi nel vedere le sembianze delle donne che popolavano la Galassia. La clonazione mista aveva preso i campioni di donne già manipolate geneticamente una generazione addietro. E i milioni di miliardi di donne erano eredi genetiche di modelli già corretti da deformità, malattie, difetti fisici. In più i caratteri somatici delle tre razze erano stati mischiati e i primi campioni della prima generazione di razza mista era stata manipolata e corretta in modo che nessuna assomigliasse all’altra. E le discendenti erano a loro volta state corrette con lo stesso principio.  Conseguenza era che in tutta la Galassia non esisteva la sosia di un’ altra. E agli occhi della potenziale donna preistorica la Galassia era popolata da quelle che ai suoi tempi sarebbero state definite delle miss o delle fotomodelle o delle dive del cinema. Molte delle quali ai suoi tempi barbarici e sanguinari si erano sottoposte a interventi chirurgici di plastiche.

Di conseguenza la Reginissima Klea non era ne’ più bella ne’ piú brutta di miliardi di altre: occhi leggermente a mandorla e verde smeraldo, carnagione leggermente scura e capelli biondi e folti tipicamente nordici. I tempi antichi sarebbe diventata miss mondo.

Ma la scienza fin dagli albori della Civiltà si era occupata solamente del fisico. Aveva debellato la bruttezza e le malattie. Ma la scienza, come tutte le invenzioni umane non era perfetta. La manipolazione e la clonazione psichiche non erano mai state scoperte. Dimodoché le donne dell’ Universo, anche se tutte belle e sane non erano altrettanto forti o deboli di carattere e di personalitá né libere da tare ereditarie, complessi, perversioni eccetera.

Non si potevano manipolare o clonare il carisma, o la genialità  o la bontá o la cattiveria, o la stupidità l’insicurezza o altre cose nascoste nei meandri delle cellule dei cervelli.

E Klea aveva delle doti che altre non avevano. Possedeva una regalità innata, forse ereditata da geni di qualche antica aristocratica. Un carisma, un fascino. Ma non era soltanto quello. Aveva una genialità innata che si era orientata nella cibernetica. Lei non si sapeva spiegare perché fin da bambina fosse sempre stata affascinata da robot e macchine. Ma la Dea o chi per lei sapeva il perché.

In tempo antichi i suoi geni appartenevano a un genio delle cibernetica, una programmatrice dei primi robot. E gli stessi geni erano stati usati per clonare l’antenata di un’altra persona: Mandy. E  a loro volta erano stati mischiati con quelli di un’affermata scrittrice di fantasy. E in duemila anni quella combinazione genetica era nata e morta senza che il potenziale geniale e la fantasia venissero fuori al completo.

Le donne nascevano uguali, ma era l’ ambiente che le faceva diverse. Migliaia di “anomalie” del tipo genetico di Klea e Mandy erano nate in situazioni diverse. Una madre autoritaria aveva frustrato ogni tentativo di “avere grilli per la testa”. Per non parlare poi della paura della legge. Se Mandy non fosse stata arrestata e non avessse avuto tempi duri in galera forse non avrebbe osato fare quello che aveva. Ma Klea era nata fortunata. Era nata regina. E una regina si poteva permettere quello che altre comuni mortali non potevano.

Chi controllava i controllori? Lei aveva il potere e poteva fare quello che le pareva, ma l’ambiente aveva molto influito in modo da farla diventare meno altruista e molto più egocentrica di Mandy. La regina madre l’aveva da un lato viziata, dall’altro l’aveva soffocata e dominata. Se un personaggio preistorico, la leggendaria madre della psicologia, Sigismonda Freud, citata dalla Bibbia, avesse potuto analizzarle, l’avrebbe definita come tendente ad un complesso di superiorità di mania di grandezza. E non avrebbe avuto tutti i torti.

Mentre Mandy avrebbe fatto di tutto per rimanere nascosta sul pianeta Terra a ricercare i PC preistorici allietata delle storie delle amazzoni il più invisibile e anonimo possibile, Klea avrebbe votato la sua vita per conquistare il potere e per passare alla Storia. La sua preoccupazione era una sola: non appena avesse conquistata la Galassia e distrutto l’ Impero, che cosa avrebbe fatto dopo?

Era eternamente insoddisfatta. Gli esseri umani hanno bisogno di essere amati. Se l’amore viene loro negato allora vogliono essere ammirati. Se non riescono a essere ammirati allora vogliono essere temuti. Sua madre non l’aveva mai amata. Nonostante fosse bellissima, in un mondo di bellissime non aveva fatto scalpore. E in un mondo senza maschi, che cosa serviva avere le prerogative di miss Universo? Klea aveva soltanto una meta. Dominare e comandare e far tremare la Galassia.

CONTINUA

di Paolo Ninzatti

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