Capitolo 7. La via del “non” ritorno

CAPITOLO 7°

 La via de “non” ritorno

Rillith si avvicinò a Karin e le chiese di ripetere le magiche parole: «Portale fantasia che mi indichi la via, con orsetti e cavallucci che il ritorno inizi, dolci e balocchi che questo sia l’addio ai nostri amicotti!»

Un grande vortice li risucchiò e all’improvviso si ritrovarono a percorrere una strada buia su magnifici unicorni bianchi e cavalli alati.
Intorno a loro comparvero figure di ogni genere: stelle colorate e animaletti che li avrebbero accompagnati nel loro cammino.

Tutti in silenzio osservavano quanto stava succedendo, con Rillith e Baulino che, per alleggerire il triste rientro, raccontavano storielle divertenti.

Karin si chiese dove mai avrebbe portato quella strada, asserendo, con convinzione, che sicuramente stavano ritornando a Lemuria.“Quella strada sembrava senza fine e in effetti era davvero lunga!”

Stanchi e affamati si fermarono.
Grazie alla pelle rilucente di Rillith quel posto sembrava aver cambiato aspetto rispetto all’inizio, forse anche perché i quattro amici, ormai rassegnati, potevano finalmente accorgersi di quello che stava accadendo.

Hea e Karin si addormentarono subito insieme a Rillith.
Oscar, Leodor e Baulino, nel frattempo, chiacchieravano e ricordavano le magiche avventure, i fantastici personaggi e, come dimenticare, Nelko?

Oscar, che non tralasciava mai nulla, chiese a Baulino quando avrebbero potuto ascoltare quei magnifici racconti, su quelle straordinarie creature.
Baulino rispose che non c’era fretta, il viaggio era lungo e non voleva anticipare nulla.

Poi si addormentarono anche Leodor e Oscar.
Solo Baulino rimase a vegliare su tutti i suoi amici.
Quel posto gli sembrò per un istante inquietante, ma lui era un valoroso elfo e comunque quella strada non nascondeva nessun mistero, nessun pericolo.

Ripensò alle prime volte che l’aveva percorsa insieme a Rillith; certo, da allora era cambiata, non era più carica di sogni e desideri, mancava la luce di cui un tempo risplendeva e che ora invece le era data da Rillith; la natura di cui era fatta era del tutto diversa ma al loro passaggio già qualcosa stava cambiando. Poi si addormentò anche lui.

Nessuno riuscì a dormire di un sonno profondo e tempo di un lampo si risvegliarono tutti.
Ripresero così il loro cammino.
Forse passarono due o tre giorni, chissà!
Arrivarono verso l’uscita: non vi erano porte da aprire, luci abbaglianti o passaggi strani da oltrepassare.

Rillith si guardò indietro e, come si aspettava, quel posto le tornò a sorridere, era di nuovo rigoglioso e pieno di vita; anche Baulino, nel rivedere quello spettacolo, rimase soddisfatto del loro primo passaggio avvenuto dopo millenni di non speranze.

Oscar, sempre più curioso, chiese ai due cosa ci fosse da sorridere a quel modo.
Allora Rillith decise di fare una breve presentazione di quel passaggio “segreto” ai nostri quattro amici.
Li pregò di rientrare per un breve tratto e di sedersi, avrebbero visto con la mente quello che gli occhi non permettevano di vedere, non per colpa loro ma per colpa dell’oscurità che da secoli, millenni ormai regnava.

«Questo passaggio tempo addietro era un vero paradiso naturale: alberi, uccellini, farfalle, luce immensa, unicorni e cavalli alati lo popolavano; ogni volta che lo si percorreva era una gioia per i cuori di grandi e piccini. Da quando i mondi sono stati separati e tutti hanno smesso di sognare, tutto ciò è sparito, anche per questo ho donato a Karin la collanina incantata; solo così avremmo potuto percorrerlo in presenza di qualche cavallo alato. Grazie al vostro desiderio anche questo passaggio è tornato a vivere. Stanno già germogliando i primi fiorellini e qualche uccellino è tornato a cinguettare…»

Nel frattempo la piccola Karin correva su e giù con la sua nuova amichetta, la piccola e rosa Lady Zerì, cucciola di cavallina alata che l’ aveva accompagnata durante il cammino.
Tutti la guardavano con dolcezza, poi Rillith decise che era ora di proseguire.
Uscirono da quel posto e si ritrovarono immersi… nella loro Lemuria!

Tutti credettero che il viaggio fosse giunto al termine e Baulino, percettivo come al solito, decise di fare uno bello scherzetto ai suoi quattro amici, quindi insieme a Rillith li riaccompagnò nelle loro stanzette. Rillith con Oscar e Hea, Baulino con Leodor e Karin.

Un po’ sconsolati, accettarono l’idea che ormai il viaggio fosse volto al termine e salutarono Baulino e Rillith, poi d’un tratto scomparvero lasciandoli nella completa oscurità.
“Era veramente la loro Lemuria! Ma dove erano tutti?”
Rassegnati, si addormentarono con le immagini di Dolcilandia nelle loro menti e nei loro cuori.

Oscar era alla finestra e pensava alle avventure vissute, le scoperte, i piccoli dolcetti incontrati: «Solo sogni frutto della mia mente o realtà? Forse domani potrò saperlo, incontrerò i miei amici e parlerò con loro. Solo così potrò sapere se Dolcilandia e i suoi abitanti, Rillith e Baulino, Nelko, esistono sul serio o se la mia mente spinta da innumerevoli desideri non mi abbia fatto viaggiare con l’immaginazione al di là di Lemuria. Ora, però, è meglio dormire!»

Così, si avvicinò al lettino della sorellina e, stendendosi accanto ad essa, si addormentò.

 ←Capitolo precedente                                        Capitolo successivo→

Torna all’indice

di Annalisa Vozza

Luglio 28, 2018

Lascia un commento