Herman Melville

ROMA

19 marzo, giovedì

– Fissato un vetturino per Civitavecchia.

Una vecchia stalla ecc. a Villa Pamphili. Grande estensione. Ricca vegetazione. Un paradiso nel paradiso. Gialla la villa – lungo paesaggio di verde e di verdi acque. I cedri e i pini. Un filare di olivi. La vista di S. Pietro. I gradini a terrazza – la forma dei parterre – fiorite di crisantemi.

Più bello il Parco Inglese – il fogliame più ricco e l’atmosfera più dolce. La coloritura è soffice e brillante.

Il ghetto. Il mercato (macellaio) in un tempio antico – un andito che passa oltre attraverso le colonne. Sudiciume e folla. Vecchi abiti – i bambini in un cestello e i bambini infasciati. La fontana con il candelabro a sette bracci.

Il modo come i vecchi templi cono utilizzati – chiese – negozi – passaggi – maniscalchi – mercati ecc. La vista della Piazza di S. Pietro in Montorio, la più bella piazza di Roma.

In serata al Caffè Nuovo – vecchio palazzo. Profonde rientranze delle finestre. Una folla di gente perbene ben vestita. Un uomo dalla chitarra magica. Zittii e applausi.

Herman Melville, “Diario italiano” 1857, trad. Guido Botta

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