Le streghe di Albione 5

Giugno Anno del Signore 1644

La marcia proseguì. Alla sera si accapparono nuovamente per la notte e bivaccacono.

Il giorno dopo ripresero il cammino.

Arrivarono verso mezzogiorno presso un villaggio. All’inizio sembrò che stessero celebrando qualche sagra paesana visto che la gente era radunata presso la piazza. Ma non appena un uomo di mezza età, smagrito e sciupato corse loro incontro era palese che la voglia di festeggiare qualsiasi cosa latitava.

«Nobili caballeros spagnoli» proferì eccitato l’uomo in un inglese semplice come se sperasse di venire compreso «È il Signore che vi manda»

Posò lo sguardo sul carro pieno di donne che fingevano sofferenza.

«Oh scusate, comprende ingles?» chiese.

Il condottiero italiano rispose: «Capisco l’inglese e lo parlo un po’. Tu parli spagnolo?»

Mary guardò la vedova Jones nella speranza che quello non lo parlasse e iniziasse una conversazione che ben presto avrebbe smascherato la vera identità dei finti spagnoli.

«No purtroppo» rispose l’uomo.

«Purtroppo per lui e ottimo per noi» bisbigliò la vedova Jones lanciando uno sguardo a Mary che interpretò subito come la fortuna stesse ancora dalla loro parte.

«Abbiamo un problema qui» continuò l’uomo.

«E sarebbe?» domandò l’italiano.

«Venite avanti e guardate voi stessi.»

Man mano che avanzarono la folla si trasse da parte mostrando la cosa che stava attirando l’attenzione di tutti.

Avrà avuto si e no diciotto anni. Ben quattro donne la tenevano per le braccia, una quinta la stava riempiendo di schiaffi.

«Questa strega merita di essere bruciata al rogo. Ma purtroppo in questo periodo di tribolazione nessuno osa avventurarsi per le contrade e portarla al più vicino inquisitore. E il nostro prete è malato.»

«No problemo, buon uomo» proferì l’ufficiale italiano. «Portatela qui che la chiudiamo in gabbia assieme alle altre streghe.»

La donne trascinarono la povera giovinetta fino al carro. Due italiani aprirono la gabbia e la ragazza venne spinta dentro.

«Dio vi benedica, prodi soldati!» ringraziò servilmente l’uomo.

«Dio maledica te e tutta questa marmaglia» mormorò Mary tra i denti.

Gli italiani uscirono da quel villaggio. Non appena lontani da orecchie indiscrete le donne in gabbia prima ancora di rivelare la verità chiesero alla fanciulla: «Cosa fa di te una strega?»

Piangendo, la ragazza rispose: «Il prete è molto malato e io volevo fare un decotto per guarirlo.»

«Nel senso che quella gentaglia era pronta a lasciar morire il parroco pur di non usare medicine non tradizionali» esclamò Mary. La vedova Jones chiese: «Senti, ragazza, prima di dirti che cosa sta accadendo, descrivi la malattia del prete.»

La ragazza descrisse per filo e per segno i sintomi.

«Polmonite» dichiarò la vedova Jones.

L’ufficiale italiano si intromise.

«Abbiamo con noi delle medicine estratte da alberi che crescono in America. Ammazzano i microbi

«E tu saresti disposto a farlo bere al prete? Come la metti con i paesani?» chiese Mary

«Cuciniamo qualcosa, ci mettiamo dentro l’antibiotico e da bravi cristiani lo offriamo al prete. Quello guarisce e la spiegazione sarà che era la fanciulla la causa del malanno. Via la strega e viva il miracolo. L’importante è che un uomo sopravviva.»

I due soldati di Milano si misero sul ciglio della strada e prepararono da mangiare.  Accesero il fuoco e posarono una pentola sopra. Il soldato incaricato a cucinare assunse l’espressione di uno stregone che stesse preparando una pozione magica.

Prese poi un sacchetto con dentro delle specie di grani e le versò nella pignatta.

Prima che gli venisse rivolta la domanda l’uomo rispose spiegando: «Riso.»

«Pietanza cinese o indiana, presumo» commentò la vedova Jones.

«Niente di più europeo, signora. Si chiama risotto, una specialità milanese. Ma in Spagna la chiamano paella. La faremo mangiare al parroco spacciandola per il manicaretto spagnolo.»

Detto ciò prese un sacchetto e versò della polvere rossiccia detro la pentola. L’aroma si sparse intorno.

«Zafferano» commentò il cuoco con lo stesso tono come se avesse detto “oro”, ”argento” o ”rubini”.

«Roba italiana o spagnola?» chiese curiosa la vedova.

«In origine una spezia d’Oriente. Ma oggi lo coltiviamo in Sicilia, Umbria e Toscana. Ma è costosa.»

Infine versò dell’altra polvere nel beverone commentando: «Questa non è nella ricetta originale. Insapore ma ammazza i microbi

«Microbi?» si decise a chiedere la vedova.

«Piccoli mostri parassiti che causano spesso i malanni, signora. Se siete un’erborista e avete guarito molta gente avete di sicuro usato qualche erba antibiotica. Scusate tutti questi termini.»

«Cinesi?»

«No, greci. Micro significa piccolo, bio significa vita. Anti biotica significa contro la vita. Nel senso della vita dei parassiti. Ottima terminologia.»

Non era stato il cuoco a parlare, bensì Mary.

«Voi sapete il greco, signora?» chiese sorpreso il soldato.

«Prima della svolta contro le donne erudite ero docente all’università di Oxford. Rispettata dagli studenti. Nel giro di pochi anni sono diventata una strega. Forse avete ragione: qualcuno dietro le quinte sta manovrando per il ritorno all’ignoranza. Se la missione a Stonehenge può fermare questa cospirazione sono felice di farne parte.»

Non appena il risotto fu pronto, il cuoco e altri due soldati cavalcarono nuovamente al villaggio con la pentola.

Passò circa mezz’ora quando udirono il rumore di zoccoli. All’inizio cretettero che fossero i milanesi che ritornavano. Ma il rumore era di molti più cavalli e proveniva dall’altra parte della strada, dove un bosco si ergeva.

Ben presto da dietro gli alberi sbucarono dei cavalieri.

Di nuovo gli italiani si nascosero dietro alla vegetazione mentre due si tenennero nuovamente pronti con le uniformi delle Teste Rotonde nel caso i cavalieri fossero stati dell’esercito di Cromwell.

Ma ben presto i vessilli spagnoli fecero mostra si sé mentre un centinaio di armigeri spavaldi passò.

Una decina di italiani vestiti con le stesse uniformi si fecero avanti salutando e facendo gli onori con la muta speranza che quelli tirassero avanti senza voglia di fare conversazione.

Vana speranza.

Il luogotenente spagnolo ordinò di fermarsi. Il condottiero italiano con i gradi da capitano si fece avanti. Gli spagnoli portavano alle fondine pistole a ripetizione Beretta. E tre cavalieri ostentavano rivoltoni Vincianus. Venduti dall’Italia alla Spagna durante il disgelo tra le due nazioni.

«Holà comandante» salutò il luogotenente.

L’italiano non rispose. L’altro insistette a domandare.

La vedova e le altre non capirono una parola della valanga verbale in spagnolo. Ma la gesticolazione e la mano dello spagnolo che indicava il carro non lasciava alcun dubbio che l’argomento fossero proprio loro.

Il silenzio italiano sembrò destare un palese sospetto negli spagnoli che per istinto cominciarono ad avvicinare le mani alle fondine delle pistole. I tre ai rivoltoni accarezzarono le armi.

Mary, l’unica che sapeva la provenienza delle armi, pensò con ironia che questa sarebbero state usate  contro altri italiani. Sentì due spagnoli bisbigliare la parola  “frances”. Concluse che quelli sospettassero che i suoi compagni di ventura fossero francesi travestiti. La tensione era nell’aria.

CONTINUA…

 

di Paolo Ninzatti

Racconto breve ambientato un secolo dopo nell’universo del romanzo
“Il Sole all’Orizzonte” dello stesso autore.

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