Le streghe di Albione 9

Giugno 1644

Il viaggio proseguiva. Arrivarono a un bivio dove un cartello indicava: SALISBURY 3 MILES.

Fu Deidre ad aprire bocca.

«Il nostro viaggio volge alla fine. Vorrei essere onesta con voi: sono sempre stata prevenuta contro monache, preti e frati in generale. A causa del mio mestiere sono stata sempre considerata una peccatrice e vista come qualcosa di malefico. Per la prima volta in vita mia mi trovo a mio agio, considerando che oltre a voi sorelle sono anche in compagnia di frati armati.»

Non appena le case di Salisbury si stagliarono, un po’ offuscate dalla caligine, il condottiero fece segno di girare imboccando un sentiero.

Il luogotenente spagnolo osò chiedere al presunto cavaliere di Rodi: «Mi sento in dovere di informarvi che ci stiamo dirigendo verso un luogo maledetto, chiamato Stonehenge. Un sacrario pagano che si dice sia stregato.»

«Infatti, luogotenente. La nostra missione è di esorcizzarlo.»

«In che senso?»

«Credete nei miracoli, luogotenente?»

«Credo in quelli di Nostro Signore e dei Santi. Ma non ho mai avuto il piacere di vederne alcuno coi miei occhi.»

«Se siete un uomo di fede e avete fiducia in chi serve il Signore, vi prometto che stanotte accadrà qualcosa che non vi scorderete mai.»

Detto ciò, il condottiero estrasse da una saccoccia appesa alla sella del cavallo uno scrigno.

«Qui dentro ci sono degli oggetti consacrati. Stanotte è il Solstizio d’Estate. A mezzanotte in punto lo scrigno verrà aperto e tali oggetti, uniti alle preghiere delle sorelle, evocheranno San Giorgio.»

«Il Santo che uccise il drago.»

«Precisamente. Il santo scenderà dal cielo.»

«Non riesco a crederci» rispose allibito lo spagnolo.

«Le preghiere delle sorelle, daranno forza al santo e la Luce del Bene si scaturirà dalla Sua persona. Il luogo pagano verrà consacrato e un’energia divina si emanerà per questo paese disgraziato.»

«Ce ne sarebbe bisogno.»

«Le forze del Diavolo che ispirano uomini a guerre fratricide verranno messe in ritirata. E ancora una volta San Giorgio sconfiggerà il Drago del Demonio.»

Lo spagnolo si gettò in ginocchio e unì le mani.

«Oh Signore, Vi ringrazio per avermi messo sulla strada di questi uomini al Tuo servizio.»

Arrivarono finalmente a una radura dove un cerchio di pietre monolitiche si stagliava. Lasciarono i cavalli ai limiti e, a piedi, si inoltrarono verso il centro.

Il condottiero pose lo scrigno per terra.

«Verrà aperto soltanto quando il sole sarà tramontato» dichiarò il condottiero.

«Sorelle» disse poi, rivolto alle donne. «Tenetevi pronte. Nello scrigno è rinchiuso anche un sacro libro di preghiere. La traduzione in latino da una lingua arcaica. Io leggerò ad alta voce e tutte voi mediterete in silenzio emanando le vostre forze, e concentrandole sul santo.»

«E noi, condottiero?» chiese il luogotenente.

«Il vostro compito sarà assistere al sacro rito. Non era nei piani avervi con noi, ma le vie del Signore sono infinite e sarete voi a raccontare il miracolo a cui evete assistito. Che in quel di Spagna si sappia cosa è accaduto. L’ennesima sconfitta del Demonio e delle forze del Male.»

Mary non potè non pensare all’abilità con cui il condottiero stava ingannando lo spagnolo. In effetti, che differenza passava tra miracoli e magia? Nello stesso tempo si chiedeva come sarebbe stata la discesa dal cielo di San Giorgio. Se non fosse stato perché l’aveva sognato di notte sarebbe stata scettica. Ma da buona sensitiva era aperta a ogni sorta di fenomeno paranormale. Miracoli o magia. Tutto faceva brodo. E il condottiero era riuscito con poche parole a far passare per miracolo tutto quello che era considerato stregoneria.

Il sole calò e venne la notte. Una notte in cui un crepuscolo all’orizzonte emanava una vaga luminosità.

Il condottiero aprì lo scrigno. Un raggio di luce si scaturì. Tutti rimasero abbagliati per un attimo. Poi i loro occhi si abituarono alla vaga luminosità intorno. Il condottiero estrasse un libro dallo scrigno. E attese.

La notte era nuvolosa, ma qualcosa brillò tra le nubi. Sembrava una stella. Forse una stella cadente.

La stella scese. Non era scintillante ma una luce sembrava emenarsi da essa. Man mano che scendeva dalla luce che usciva dallo scrigno si rivelò come una figura dall’aspetto umano, ma vestita di metallo. Un’armatura.

«San Giorgio!» esclamò Mary.

«Il cavaliere del sogno!» esclamò la vedova Jones.

Sopra la figura in armatura incombeva un’altra figura dalle ali bianche a cui l’armigero era appeso con dei fili d’oro. Alla fine il cavaliere si posò al centro del cerchio monolitico.

Il luogotenente spagnolo espresse ad alta voce la propria delusione.

«Condottiero e sorelle, non vorrei confutare la vostra sincera fede, ma a quanto posso vedere si tratta di un trucco da baraccone usato nel secolo scorso dagli italiani. Un automo, una macchina, appesa a qualche oggetto volante con dei fili e cammuffato da angelo. Qualcuno sta cercando di ingannarci.»

«Luogotenente, vorrei pregarvi di non mettere in dubbio il miracolo che sta accadendo. Chi, secondo voi, vorrebbe ingannarci?»

«Non certo gli italiani o i francesi, condottiero. Non è da loro usare trucchi arcaici, ora che la loro tecnologia ha progredito. Probabilmente o la feccia di Cromwell, o qualche banda di briganti che in qualche modo si è impossessata di un automo ai tempi dell’effimera apertura con l’Italia e di qualche pallone ad aria calda. Io starei molto in guardia fossi in voi. Mentre noi stiamo qui ad attendere miracoli potrebbero attaccarci e prenderci di sorpresa.»

«Luogotenente, vi supplico di non dubitare. Comprendo la vostra diffidenza.»

«E va bene condottiero. Io assisterò al cosiddetto miracolo, ma i miei uomini staranno in guardia.»

«Vi sarò grato per non interrompere il rito. I vostri soldati garantiranno ulteriormente che nessuno disturbi.»

Lo spagnolo urlò ordini nella sua lingua e subito dopo i soldati si disposero ai limiti del cerchio, archibugi e rivoltoni puntati, pronti a far fuoco.

Fu allora che una voce cavernosa rimbombò.

Tutti la udirono, ma solo dopo pochi attimi si resero conto che non entrava nelle orecchie ma direttamente nella testa, e che non era in inglese o spagnolo, bensì un linguaggio fatto di concetti, ma oltremodo chiaro e comprensibile.

“Il luogotenente ha ragione. Non sono San Giorgio. Non sono un santo, per la precisione. Sono un automo. Ma anche qualcosa di più. Sotto l’elmo c’è un cervello umano. Sono il prodotto di una combinazione tra uomo e macchina. Il cervello invia impulsi agli arti meccanici permettendomi di muoverli. Altri apparati mi permettono di vedere e sentire. In compenso, il mio corpo artificiale non ha bisogno di nutrimento, o sonno, o riposo.
Libero da tali necessità il cervello ha sviluppato altre facoltà. Posso parlarvi direttamente nella testa in un linguaggio fatto di concetti, oltre a concentrare energie e distribuirle. Un tempo ero un uomo e già allora avevo prerogative paranormali. Il mio nuovo stato d’essere le ha amplificate. E a tutt’oggi, come allora, con un talismano appropriato e concentrazione di persone sensitive posso fare ciò che in parole povere può essere considerato miracolo.
Questo megalito, Stonehenge, è un enorme talismano che combinato con la meditazione delle donne sensitive qui presenti mi darà la possibilitá di scatenare una forza enorme. Una forza di energie positive, capaci di debellare i demoni dell’Ombra che agiscono dietro le facciate di coloro che stanno fomentando la guerra civile in corso in questo paese, e anche altrove, dove esse si stanno radunando per riportare il mondo verso il Buio. La Grande Energia verrà lanciata in cielo. Un satellite artificiale in orbita munito di un enorme specchio speciale la dirigerà verso la Luna. E dalla Luna, grazie ad altri apparati, verrà rimandata qui, sulla Terra, in ogni angolo. Lo so che vi sto dicendo cose difficili da comprendere, ma ora vi spiegherò meglio usando anche concetti visivi. Aprite le vostre menti.”

CONTINUA…

di Paolo Ninzatti

Racconto breve ambientato un secolo dopo nell’universo del romanzo
“Il Sole all’Orizzonte” dello stesso autore.

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