Parole mute

Shakespeare come anima dialogante  (Sonetti d’amore, tragedie)

SONETTO 18

 Posso paragonarti a un giorno d’estate?
Tu sei più amabile e più tranquillo.
Venti forti scuotono i teneri germogli di Maggio,
E il corso dell’estate ha fin troppo presto una fine.
Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo,
E spesso la sua pelle dorata s’oscura;
Ed ogni cosa bella la bellezza talora declina,
spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
Né perder la bellezza che possiedi,
Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
Quando in eterni versi al tempo tu crescerai:
Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
Queste parole vivranno, e daranno

                                                                 William Shakespeare

 

Salvatore :

PAROLE MUTE

Innato e ardito il sentimento
nasconde tra le curve del tuo viso
un sorriso, una risata, un lento
risveglio d’attenzione.
S’arriccia il naso
le parole argute
prendon sopravvento.

Scendi a fondo e sgomento
mi ritrovo nudo, sul momento
a ripercorrere sentieri bui ed ardui
che nella vita metto da parte e mai
avrei pensato di mostrarli altrove, là
dove vento passa, mentre il cielo spiove
e l’animo affamato tuo chiede

di Salvatore Angius

Agosto 5, 2017

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