9 – Nove

La perfezione moltiplicata

Questo numero rappresenta un ordine particolare
nell’architettura del cosmo: il risultato della moltiplicazione
del numero perfetto per sé stesso, il 3. Inoltre, essendo l’ultimo numero
composto da una sola cifra, è considerato la “porta”,
che conduce l’anima verso l’infinito.

Presso molte religioni, il numero 9 ha uno straordinario valore rituale nei riti di passaggio. Il motivo è costituito, molto probabilmente, dal fatto che i mesi necessari alla gestazione del feto nel ventre materno sono nove. Non a caso Esiodo, nella Teogonia, rifacendosi a una tradizione arcaica, narrò che la creazione del mondo avvenne in nove giorni e nove notti. Allo stesso modo, non solo nel mondo greco, molte avventure mitiche si sviluppano nell’arco di nove giorni, nove mesi o nove anni. Questo valore particolare si riflette anche nel simbolismo cosmico di molti popoli.

Fra cielo, terra e inferi

Tanto nella tradizione taoista quanto in quella buddista, i mondi celesti sono nove e ad essi corrispondono nove cerchi infernali. Nella mitologia azteca, nove è il numero degli dei celesti che gravitano intorno al sole; al tempo stesso esistono nove divinità notturne. I popoli turcomongoli e siberiani dividono il cielo in nove strati che vengono rappresentati da altrettante tacche su un palo sacrificale.

Figura universale della Divina Commedia, rappresentazione di Michelangelo Caetani

Nell’antica Grecia, l’iniziazione orfica si basava su tre ternari cosmici: Notte, Cielo e Tempio; Etere, Luce e Astri; Sole, Luna e Natura. Questi ternari furono accolti dai filosofi neoplatonici ai quali si ispirò, probabilmente, l’anonimo autore cristiano del De Caelestis Hierarchia, lo Pseudo-Dionigi l’Aeropagita, vissuto sul finire del VI secolo, che divise il mondo celeste in nove gerarchie angeliche. Lo stesso schema sarà poi ripreso da Dante Alighieri nella Divina Commedia.

Le Muse e l’anima

Alla tradizione greca vanno collegate anche le nove Muse, allegorie di altrettante capacità artistiche. Tra i ruoli più importanti attribuiti alle Muse vi era quello di presiedere alla memoria, che i Greci consideravano fondamentale per entrare in rapporto con l’armonia universale. Addirittura, secondo i pitagorici e i neoplatonici, grazie al potere delle Muse, l’anima umana può evocare immagini legate al mondo superiore e interrompere il ciclo delle reincarnazioni.

Apollo con Muse danzanti, copia del dipinto di Baldassarre Tommaso Peruzzi

Simbolo connesso

Va detto, innanzitutto, che tradizionalmente non esiste un poligono con nove latu: i pitagorici definivano “inconoscibile” questa figura, l’ennagono, perchè non la si può costruire con la riga e il compasso, gli unici strumenti permessi nella Geometria classica. Dunque, uno dei simboli più comunemente usati consiste in nove punti disposti su tre file, che rimandano alla tradizione pitagorica.

Abbastanza comune è anche il quadrato di nove caselle, corrispondente al “quadrato magico” di Saturno. Una stella a nove punte, composta da tre triangoli equilateri, è un gioiello massonico, emblema della perfetta maestria. Va ricordata anche l’esistenza dell’enneagramma, un simbolo che alcuni fanno risalire all’antica Persia: oggigiorno è usato nella programmazione neurolinguistica per destrivere nove tipi di personalità umana.

Enneagramma

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Tratto dalle opere a fascicoli “Il grande libro della divinazione”, Spagna 2003
Gennaio 16, 2020

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