Capitolo 3. Le magiche storie di un elfo e un folletto

CAPITOLO 3°

Le magiche storie di un elfo e un folletto

Dormirono a lungo.

Quella notte sembrava interminabile, invece, era già mattino inoltrato ma tutti ancora sonnecchiavano serenamente.

Il sole sembrava non volesse sorgere invece era già alto nel cielo.

Un sole debole, un sole del tutto inesistente.

L’unico raggio che riuscì ad emanare penetrò proprio in quella piccola casetta dove ancora tutti dormivano.

Quasi come un richiamo si concentrò sul più dormiglione del gruppo: “Baulino”; come a volerlo svegliare, un vero e proprio messaggio che nascondeva chissà quali misteri e che solo lui riuscì ad interpretare.

In realtà il “nostro” Baulino era sveglio da un pezzo, il sole anche se debole lo aveva svegliato col suo richiamo inconfondibile, quello che solo un elfo poteva comprendere.

Allora Baulino si alzò di scatto e si diresse alla finestra ad osservare quell’unico raggio che poi svanì definitivamente lasciandolo solo.

Il messaggio a Baulino fu chiaro; quella mattina nuove ed emozionanti sensazioni sarebbero state vissute dai nostri amici.

Rillith si svegliò e, con voce ancora assonnata, si rivolse a Baulino: <<Ma cosa ci fai alla finestra a quest’ora.

Tu che sei sveglio a notte inoltrata?

Non ti mancherà per caso il tuo ronfare all’aria aperta! Eh Baulino?>>.

<<Oh Rillith! Ma che dici; prova ad aprire di più i tuoi grandi occhi e ti renderai conto che non è notte inoltrata ma è già mattino!>> esclamò Baulino con aria quasi assente.

Rillith allora con un balzo si avvicinò alla finestra:

<<Ma Baulino perché allora non mi hai svegliata? Perché siamo ancora qui? Perché…>>.

Baulino la interruppe:

<<Oh calma Rillith! Guarda con i tuoi occhi e scoprirai da sola il perché; scoprirai cosa oggi la nostra natura ha in serbo per noi>>.

<<Allora, perché mi sembri, come dire, triste?>>.

<<Non sono triste, anzi! Pensavo proprio che una giornata del genere ci voleva.

Ci voleva a me, come a te.

Ora presto riordiniamo un po’ la casetta e poi Rillith anche se ormai non so più quanti anni sono che viaggiamo insieme; mettiti pure comoda perché io mi sono reso conto di non conoscere proprio nulla di te.

Tu! La piccola e graziosa follettina, così saggia che mi rimprovera della mia pigrizia e sbadataggine e anche tu non conosci granché di me, dei miei regni, dei miei amici…>>.

La situazione si stava facendo abbastanza avvincente e quella magica mattinata Baulino era decisamente consapevole di quello che sarebbe accaduto nel calore di quella casetta.

Baulino si avvicinò a Rillith e buffo come al solito iniziò a farle un mondo di domande:

<<Da dove vieni? Come mai così piccina con un compito così grande; come quello di viaggiare attraverso i mondi?>>.

Rillith quasi non credeva all’improvviso interessamento di Baulino e sbalordita rispose:

<<Io sono una follettina delle cascate ma questo già lo sai, però, posso abitare anche nel mare, nei boschi o sulle montagne.

Vivo in un regno lontano dove vi è pace e tranquillità.

Un luogo avvolto da un profondo mistero, tra il vento e le foglie; tra i riflessi delle onde e l’acqua cristallina di una piccola cascata di montagna.

Dormo sotto le stelle; tra il trillare dei grilli e lo scorrere dell’acqua dei ruscelli.

Sono amica di tutti gli animali, cavalco delfini e aiuto uomini e marinai in pericolo; posso vivere anche sulle nevi.

Il nostro magico regno è detto “Regno tra realtà e fantasia”. Al centro del mondo umano, nella sua profonda essenza, sorge il meraviglioso regno di Aref-Rion[1]. Il regno da dove si diramano i regni dei folletti. Il mio regno è Anarion-Isira-Isilra[2].

A dir la verità non sono poi tanto piccina. Il mio aspetto da bambina può ingannare ma ho molti più anni di quanti tu possa immaginare, ovviamente, non ti dirò mai quanti, visto che ad una follettina non si chiede mai l’età!!!>>.

Asserì Rillith con tono altezzoso poi continuò a parlare:

<<I folletti possono anche cambiare aspetto ma questo è quello mio reale.

Nel regno dei folletti il tempo trascorre molto lentamente ed anche se gli anni passano noi sembriamo sempre piccini è il nostro aspetto è simile a quello dei bambini. Inoltre, ma questo lo sai già, non ho ombra alla luce del sole e molte razze sono immortali come ad esempio la mia. Io faccio parte della razza Nìvet>>.[3]

<<Wow! Rillith  che fantastica spiegazione; straordinario.

Il sole mi aveva messo al corrente di quanto sarebbe stato bello cercare di conoscerti meglio. Continua! Dimmi del tuo compito…>> esclamò Baulino.

<<Eh si Baulino, continuo, tranquillo!

Sin da quando ero piccola il mio principale compito è stato quello di viaggiare attraverso i mondi.

Mondi oltre quello mio per conoscere ed aiutare, per sperare e far sognare.

All’inizio viaggiavo con il folletto del bosco; il folletto più grande e saggio, il quale mi ha insegnato moltissimo, poi, per completare il mio insegnamento mi hanno assegnato il compito di viaggiare con gli elfi e hanno scelto te come mio valoroso compagno e ora è passato non so più quanto tempo e da millenni viaggiamo insieme e infatti, Baulino, non mi spiego come mai solo ora tutte queste domande>>

<<giusto; sono tantissimi millenni che esaudiamo i desideri altrui ma non abbiamo avuto mai modo di conoscerci sul serio.

Dato che so per certo che avremo un bel po’ di tempo ho pensato di passarlo con te ma non voglio farti disperare come al solito, preferisco approfondire la tua conoscenza>>.

Rillith scoppiò a ridere per l’improvvisa serietà di Baulino ma, guardandolo, si rense conto che non era proprio il caso di ridere in quel modo.

Con molta tenerezza si avvicinò per fargli una carezza:

<<Dimmi un po’ Baulino, tu invece?>>.

Baulino, iniziò a raccontare:

<<Anche se non sembra, per il mio carattere troppo giocoso, sono uno degli elfi più saggi del mio regno>>.

Nel frattempo Leodor, Oscar, Hea e Karin, che erano svegli; rimasero incantati dai discorsi di Baulino e Rillith e fremevano perché volevano saperne di più.

Si alzarono dall’enorme lettone e corsero anche loro alla finestra da Rillith e Baulino:

<<Dai, Dai! Baulino racconta, parlaci anche tu del tuo magico mondo, vogliamo conoscere anche il tuo regno fiabesco>>.

Nel cielo si addensavano dolci nuvolette, sicuramente l’intera giornata la si sarebbe trascorsa in casa.

A Dolcilandia iniziarono a fioccare zuccherose palline simili a neve.

Tutti si guardarono stupiti. Eppure non faceva mica poi tanto freddo! Baulino strizzò il suo bell’occhio a Rillith per farle capire che grazie al suo Sole avrebbero avuto modo di chiacchierare liberamente; soprattutto avrebbero fatto ascoltare le loro favolose storie ai quattro ragazzini per insegnare loro ad apprezzare ed amare il mondo degli elfi e dei folletti, il mondo della natura e, sicuramente, anche Rillith aveva tante altre cose da raccontare e chissà se una sola giornata sarebbe bastata, del resto Baulino non poteva costringere a far stare tutti in casa per chissà quanto tempo… Tutta Dolcilandia, infatti, per magia, in questo giorno si fermò nel calore delle case come non succedeva da tanto tempo e questo fu un giorno memorabile e pieno di scoperte per tutti.

Rillith sorrise a Bulino, gli fece un cenno di ammirazione ed approvazione per la sua, anzi, per l’idea che il suo Sole gli aveva proposto e che grazie alla magia Baulino aveva potuto mettere in atto.

Baulino aveva appena cominciato a narrare quando venne fermato da un leggerissimo brontolio.

<<È il mio pancino!>> esclamò Hea…

<<Ho capito! Tocca alla mia collanina incantata>> aggiunse Karin.

Allora si levò un forte grido all’unanime:

<<Si, si! Karin è vero abbiamo tutti un po’ fame, scommetto che anche Rillith e Baulino non vedono l’ora di poter mettere qualcosa sotto i denti>>.

La graziosa Karin strinse la sua collanina e in un batter d’occhio apparve un vero e proprio banchetto con vari piatti: riso, carne, verdure e frutti di ogni tipo e di bontà da leccarsi sul serio i baffi; ehm! Per chi non gli avesse; le dita…

Dopo essersi rifocillati tutti per benino, Baulino stava per riprendere a narrare la sua storia, quando all’improvviso si girò verso Rillith e bruscamente le afferrò il braccino.

Il suo udito non lo ingannava mai; Biancolatte, Toffee e Steccalecca nonostante il tempo decisero di fare una breve visitina ai nostri amici per vedere se stavano bene o avevano bisogno di qualcosa. Portarono un po’ di dolci e caramelle.

Biancolatte li invitò nella loro casa ma i quattro amici erano ansiosi di ascoltare le storie di Baulino.

Ringraziarono BiancoLatte e scelsero di restare nella “loro” casetta.

Appena andarono via Karin evocò Rillith e Baulino, che subito continuò a raccontare.

<<Gli elfi vivono oltre un millennio.

Ma alcune razze elfiche sono addirittura immortali, proprio come per i folletti…ad esempio io e Rillith apparteniamo alla razza, rispettivamente, dei folletti e degli elfi immortali… ma per fortuna le altre razze sono molto popolose…

Esistono quattro regni elfici: il regno della Luna, il regno del Sole, il regno dei Boschi e il regno dell’Acqua.

Ognuno nel suo regno ha un compito specifico e ad ognuno a seconda dei regni viene affidato un elemento della natura>>.

Karin fermò Baulino e gli chiese:

<<Cosa sono gli elementi?>>.

Prontamente Baulino rispose:

<<Gli elementi sono quattro: Terra nel regno dei Boschi, Acqua nel regno acquatico, Fuoco nel regno del Sole e Aria nel regno della Luna.

Sono la Natura che ci circonda e ai quali dobbiamo la vita.

Io sono un elfo del Sole e il mio elemento principale è il fuoco ma, dato il mio alto grado di saggezza, ho il controllo assoluto e posso usarli indifferentemente.

Posso agire solo ma se viaggio preferisco farlo in compagnia e posso scegliere con chi.

Da anni viaggio con la follettina Rillith perché ci è stato affidato lo stesso compito ossia quello di vegliare sugli uomini e sui loro sogni e desideri, soprattutto dei più piccini.

In particolare ogni elfo e folletto, come Rillith già sa, ha una famiglia in particolare da seguire.

Gli elfi degli altri regni agiscono quasi sempre insieme ed i loro elementi si fondono diventando così invincibili>>.

<<Wow! Ci puoi parlare del tuo Sole e del fuoco?>> esclamò Oscar.

<<Certo Oscar! Io sono nato da un raggio di Sole.

Il mio regno si chiama “Finrod Acalìon”[4] ossia regno degli Elfi di Sole.

La maggior parte degli elfi di Sole vive su un’isola al centro dei Mari chiamata Rielv-Aëaň.[5]

Siamo famosi per la nostra padronanza nell’uso della magia e siamo i responsabili di tutte le altre città elfiche.

Gli elfi di Sole hanno la pelle bronzea, i capelli biondi e gli occhi verde-azzurro o color oro.

Indossiamo abiti semplici, amiamo i colori freddi e soprattutto il verde e il blu.

Ci piacciono le canzoni allegre, amiamo i giochi di abilità e astuzia. Il nostro regno è fonte di calore e coraggio.

Da qui deriva l’elemento fuoco.

Il fuoco simboleggia la forza e l’immortalità e lo usiamo in magia per ottenere risultati rapidi. Inoltre serve per cucinare o riscaldarsi nelle giornate fredde!

Gli elfi del fuoco, proprio come me, possono prevedere le cose e grazie a questo evitare di fare errori.

Siamo caratterizzati da una vivace intelligenza.

Il Sole infine dona la vita, da questo otteniamo il nostro elemento Fuoco che ci aiuta nelle imprese.

I folletti del regno di Findor Acalìon sono chiamati “Beren Súrion”[6] cioè “Cuore di Fuoco”>>.

Leodor lo interruppe:

<<Ma il fuoco brucia; dal fuoco derivano anche gli incendi. Quindi il tuo elemento è anche fonte di male?>>.

<<Oh no, Leodor! Purtroppo nel mondo non elfico il fuoco viene usato anche in modo inappropriato e molti uomini lo usano per distruggere la natura perché non la amano; qui entrano in gioco tutti gli altri elementi che unito al mio difendono il mondo in pericolo e mantengono la natura in perfetta armonia.

In più c’è il mondo dei folletti che si prende cura del verde e degli animali e fa capire all’uomo che è importante amarli>>.

<<Ho capito, Baulino>> rispose Leodor <<Il tuo elemento è molto importante e noi umani dovremmo usarlo solo per riscaldarci e cucinare>>.

<<Non puoi accenderne uno? Ci piacerebbe ammirare la tua infinita destrezza nel dominarlo!>> asserì Oscar.

<<Oh no Oscar! Qui a Dolcilandia ancora non mi conoscono, come non conoscono Rillith, rischiamo di farci scoprire e il loro mondo potrebbe finire d’esistere>>.

<<Allora, non potreste mai farvi conoscere!>> sostenne Leodor.

<<No Leodor! Potremmo anche farci conoscere…>> annuì Baulino

<<Solo se è un’urgenza>>.

<<Se è indispensabile il nostro intervento, ci renderemo visibili.

Noi comunque vegliamo sempre su tutto e tutti e, ogni tanto, in silenzio e senza essere visibili regaliamo la realizzazione di un sogno anche ai bimbi di Dolcilandia>> continuò Rillith.

Purtroppo Rillith e Baulino non potevano ancora svelare nulla ma, come ben prevedevano, ci sarebbe stata occasione.

Baulino, poi, riprese la parola e continuò a rispondere alle infinite domande di Leodor, Oscar, Karin e Hea, che impazienti volevano sapere di più sui regni dei folletti e degli elfi.

<<Cosa succede nel regno della Luna?>> chiese Hea.

<<Agli elfi della Luna è affidato l’elemento Aria.

L’aria ci consente di vivere e noi la immagazziniamo attraverso il respiro.

Grazie all’aria esiste la forza, l’immaginazione, la creazione e per celebrarla si usa il canto che è il metodo più efficace per farla percepire al nostro corpo.

Gli elfi dell’Aria sanno intuire qualsiasi cosa e possono cambiare il tempo in base al loro umore.

Hanno molta relazione col mondo degli uccelli, che grazie alla loro capacità di volare, gli elfi, riconoscono in loro una musica che li riempie di armonia e di amore.

Loro sono anche pieni di una luce interna ed il loro compito è quello di portare tutto questo al mondo terrestre.

Gli elfi della Luna vengono chiamati anche “Elfi Argentati” per via dei loro capelli color argento; gli occhi sono blu o verdi con sfumature dorate, la loro pelle è chiara a tratti azzurrina.

Indossano abiti semplici con disegni o perline, con i colori della terra per mimetizzarsi. Durante le feste usano colori vivaci.

Il loro regno è il meraviglioso “Monte Londir Vardamir”>>[7].

Hea poi intervenne:

<<Questi regni sono fantastici e inoltre ognuno di voi ha molto da insegnare agli uomini, soprattutto a noi bambini.

Potremmo mai visitare i regni degli elfi e dei folletti?>>.

Questa volta prese la parola Rillith:

<<Mia cara Hea, i nostri sono regni complessi e dobbiamo mantenere un certo equilibrio all’interno di essi; introdurre umani nei nostri regni significherebbe rompere l’equilibrio e l’armonia.

Vi anticipo solo una cosa e cioè che sicuramente vi faremo visitare gli abissi del mare, del vostro mare e le meraviglie delle piccole cascate di Lemuria; ma senza entrare nell’essenza dell’acqua dove noi folletti viviamo e lavoriamo… per dare vita alla natura>>.

<<E già! Proprio così, Rillith ha ragione. Inoltre il regno dei folletti è il completamento del regno degli elfi.

Anche se non viviamo insieme, esistono anche per i folletti questi diversi regni e di conseguenza diversi elementi a cui loro affidano la vita. Giusto Rillith?>>.

<<Si certo, cari amici. Anche per i folletti esistono i regni e sono boschi, acqua e montagna.

Io come dicevo a Baulino, sono una follettina delle cascate ma ora lasciamo che Baulino finisca di parlare degli strepitosi regni degli elfi, altrimenti ci confondiamo le idee>>.

<<Si Rillith hai ragione! Io già mi sono perso nei vostri abissi>>. Sorridendo esclamò Oscar.

<<Dai Baulino racconta, racconta! Scommetto che insieme al tuo popolo hai sfidato draghi, creature della notte e pur se stremati avete vinto e liberato il mondo>>.

<<Oh, oh calma, calma Leodor! Sicuramente ci siamo anche imbattuti in creature del genere e per non farci sconfiggere, quindi per non far sparire i nostri regni e la vostra terra abbiamo dovuto anche lottare ma quegli esseri sono tutti vivi e ormai da anni, anzi millenni, i nostri e i loro regni sono in pace; una pace dettata dalle regole di Numè Ness[8], ossia il regno elfico dove, Rùnyan[9], Regina, osserva tutto e tutti e proprio per non dover più lottare e, quindi, ricorrere alla distruzione totale, ordinò la divisione di regni e mondi…

Sappiate, amici, ci piace vivere in pace. Solo quando è strettamente necessario gli elfi dei quattro regni si uniscono per mettere insieme le loro forze e sconfiggere il male.

A volte non si può ricorrere a compromessi e quindi è necessaria la distruzione totale.

Ma queste sono altre storie. Ora torniamo agli elfi del bosco e dell’acqua>>.

<<Il mondo elfico è avvincente. Un insieme di realtà e fantasia, di bene e saggezza.

Sono sul serio entusiasta di avervi conosciuto e di aver accettato questo viaggio.

Certo mamma e papà mi mancano ma voglio godermi questi giorni indimenticabili in questi luoghi straordinari.

Ognuno ha le sue storie, con il suo vissuto, con le sue esperienze. Sono anche curiosissima di ascoltare Rillith.

Baulino riusciremo ad ascoltare tutto?

Quanto nevicherà ancora?>>.

<<Dolce Karin, riuscirete certamente ad ascoltare la fine del mio racconto, per le storie di Rillith dovrai aspettare la prossima sosta. Mi dispiace! È anche molto tardi, dovete riposare, domani vi attende una giornata sorprendente; infatti, Karin, ricorda di usare la tua collanina incantata per fare apparire nuovi vestitini.

Dimmi se sbaglio Rillith!>>.

<<No no! Baulino ha ragione. Ultime due storie e poi tutti a ninna>>.

<<Ok, ok! Proprio come a casa eeh?>>.

Imbronciati dissero tutti e quattro.

Baulino riprese a parlare:

<<Gli elfi dei boschi…>>.

<<Aspetta Baulino, ho una domanda!>>.

<<E si! Me lo aspettavo, dimmi Oscar!>>.

<<Ah! È vero, leggi il pensiero. Rispondimi allora!>>.

<<Si certo, noi abbiamo un linguaggio tutto nostro il “Turgon Telperiën”.

I nomi dei regni ad esempio sono in elfico. Il mio nome nell’attuale mia lingua è: “Fingoļ Cirŷatan”..>>[10]

<<E i nostri nomi si posso pronunciare in Elfico? O nella lingua di Rillith? Ah quale è la tua lingua Rillith?>>

<<Anche i vostri nomi hanno un corrispettivo elfico, certo Leodor…>>

rispose Baulino; poi intervenne Rillith:

<<La lingua dei folletti si chiama Marvén Forion e il mio nome è Anie…[11]

Comunque parleremo anche di questo ma ogni cosa a suo tempo. Ok ragazzi?>>.

<<OoH certo!>>

sorridendo risposero.

Baulino riprese a spiegare:

<<Dicevo…gli elfi del Bosco vivono soprattutto nel sottosuolo ed amano i minerali e le rocce.

Loro sono i mediatori tra la terra e le radici delle piante.

Il loro compito principale, in relazione al mondo delle piante è quello di farle nascere e crescere e le proteggono durante l’inverno. Il contatto con loro potenzia la nostra intelligenza intuitiva.

Questi elfi hanno la pelle ramata con sfumature verdi; occhi marroni, castani o verde scuro. I capelli sono rossi o neri.

Non indossano abiti elaborati, sono solo decorati con motivi naturali color verde o marrone.

Sono uguali a tutti gli altri elfi ma più muscolosi.

Essi non percepiscono la terra come qualcosa di solido ma come elemento fluido all’interno del quale possono muoversi come vogliono.

La Terra è il Corpo della “Grande Madre”; regala la vita ed è adorata dagli uomini, che quando la curano li nutre e li dà frutti; fa vivere gli animali e ci sostenta.

La magia della Terra riguarda tutto ciò che nasce, prospera e cresce. Gli elfi dell’elemento Terra sono dotati di una forte intelligenza ed entrano in relazione con la natura terrestre e con tutto ciò che essa può dare.

Il loro regno è generalmente chiamato “Èrano Séregon”[12] o più appropriatamente “Findor  Ëbos”[13] ossia Elfi dei Boschi.

Per finire ci sono gli elfi dell’elemento acqua ossia elfi del mare o dei fiumi.

L’ acqua è l’elemento della vita. È libera, pura e possiede la capacità di cancellare la negatività.

Ciò che contraddistingue gli elfi dell’acqua è il sentimento; loro percepiscono il mondo in termini di gioie e dolore, di luce o oscurità, non di idee e pensieri.

Vivono ovunque c’è acqua viva e zampillante.

Il loro compito è di portare vita e coscienza al mondo. Regalano pace e tranquillità, grazia e fiducia nella vita.

Il loro regno si chiama “Amanë Rùmil”[14].

Queste mistiche creature vivono sott’acqua e la respirano come fosse aria. Hanno grandi occhi blu, mani e piedi palmati e la pelle verdastra.

Quando l’uomo non rispetta il mondo possono scatenare le acque fino a non poterla più contenere ma poi placano tutto.

I loro migliori amici sono i delfini. Rillith potrà parlarvi dei delfini, straordinarie creature, visto che da follettina delle cascate ne conosce molti.

Eh già! Anche i folletti conoscono i delfini, visto che vi sono i folletti delle acque proprio come Rillith. Correggimi se sbaglio, piccola e graziosa follettina…>>.

<<No, no! Come ho già detto vivo nelle cascate; sono una follettina dell’acqua ma in boschi, in montagne e in mare posso tranquillamente stare e questi elementi usare.

Conosco tutti gli abitanti e le creature di questi regni; ma altri elfi oltre a Baulino non ne ho mai visti, anche se, ovviamente, so della loro esistenza.

Oggi ho scoperto quanto Baulino sia importante e, diciamo, un saggio burlone>>.

<<Però ora vorrei sapere>>, aggiunse Oscar, <<come mai oggi tutte queste rivelazioni?>>.

<<Ho voluto parlare un po’ con Rillith ma sapevo di incuriosire anche voi, sapevo che eravate svegli ad udire e quindi è stata un’ottima occasione per farvi imparare a rispettare il mondo che ci circonda.

Vi svelo anche un altro segreto; il regno dei folletti è il completamento dei nostri quattro regni…

I folletti contribuiscono a mantenere rigogliosa la natura, facendo si che sgorghi sempre acqua fresca e pulita; si occupano degli animali, delle piante e dell’aria che respiriamo affinché sia sempre pura e sana.

Rillith è una delle follettine più diligenti; sempre attenta a tutto e svolge il suo lavoro con amore, si può dire che ascolta la natura e soprattutto sorveglia attentamente che tutti i folletti svolgano il loro compito senza oziare.

Si occupa anche dell’allegria; quindi feste e giochi.

Rillith è in grado di capire la natura e di aiutarla; ama gli animali e conosce tutto sui quattro elementi.

Ho accettato di viaggiare con lei proprio per questo. Lei sa come aiutare i bambini a realizzare i loro sogni.

Ho scelto di chiacchierare con lei per darle la consapevolezza della sua importanza.

Mi raccomando Rillith non abbandonare mai il tuo compito!>>.

<<Non sapevo di essere così importante o comunque non me ne rendevo conto e non conoscevo la tua immensa importanza e quella del tuo grandioso regno!!! Mi dispiace>>

con voce giudiziosa, asserì Rillith.

<<Tranquilla Rillith! Per quanto ti possa sembrare strano, il tuo modo di essere è speciale ed è proprio questo che rende il tuo regno unico.

Il tuo carattere dona una marcia in più a tutti, anche a noi e dà una gran carica ai nostri elementi.

Hanno scelto te per guidare il tuo regno e stai facendo un lavoro fantastico>>; concluse Baulino.

Poi, la piccola Karin si alzò e assonnata donò un bacetto a tutti: <<Grazie Baulino e grazie Rillith! So che il viaggio finirà prima o poi ma vi porterò per sempre nel mio cuore.

Ogni volta che osserverò la terra con i suoi fiori e frutti, il mare con le sue onde, le cascate e la sua acqua fresca e pura, il fuoco col suo calore e ogni volta che canterò penserò a tutti voi elfi e folletti che vegliate sul cammino degli uomini e dei bambini.  Anzi tutti noi penseremo a voi!!! giusto?>>.

<<Si si è vero! Karin ha ragione, non potremo mai dimenticarci di tutto questo e stiamo solo all’inizio! Soprattutto non vi dimenticheremo mai…>>, aggiunsero Hea, Leodor e Oscar.

Poi, dolcemente, si addormentarono tutti.

“Questa avventura stava cambiando tutti, non era solo puro divertimento; non esistevano solo feste e balocchi.

Basti pensare alle parole della piccola Karin, solo dieci anni… ma capace di percepire in modo profondo tutto quello le accadeva”.

Questo fu il pensiero di Baulino e Rillith prima di addormentarsi, serenamente, vicino ai loro amici.

Ormai la sera e la stanchezza avevano preso il sopravvento.

La neve, piano piano, smise di scendere.

Altre avventure attendevano i nostri amici a Dolcilandia e chissà quali altre cose avrebbero imparato e scoperto su questo e altri meravigliosi mondi.

Inoltre Rillith aveva ancora molto da raccontare…

[1] Aref-Rion: Realtà-Fantasia
[2] Anarion-Isira-Isilra: Cascata della purezza
[3] Nìvet: Razza Immortale
[4] Findor-Acalion: Elfi di Sole
[5] Rielv-Aëaň: Isola del Mare
[6] Beren Súrion: Cuore di Fuoco
[7] Londir Vardamir: Luna Argentata
[8] Numè-Ness: Luce del Regno
[9] Rurian: Regina (Nome elfico e titolo di sovrano del regno)
[10] Fingoļ Cirŷatan: Fiamma Ardente
[11] Anie: Rugiada
[12] Èrano Séregon: Terra Madre
[13] Findor  Ëbos: Elfi dei Boschi
[14] Amanë Rùmil: Acqua Pura

 

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di Annalisa Vozza

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