Dama Cenerina di Soragna

Dama Cenerina di Soragna, illustrazione di Silvia Dotti

Dama Cenerina di Soragna

“Donna Cenerina, al secolo Cassandra Marinoni e’ molto famoso nel paese di Soragna. Siamo in provincia di Parma e di Donna Cenerina se ne parla da piu’ di quattrocento anni. La Rocca di Soragna e’ un maestoso palazzo ricchissimo di opere d’arte, restaurato completamente nel seicento, ma di origini medioevali.

Quì viveva la Marinoni, figlia di Girolamo cavaliere milanese e di Ippolita, dei Marchesi Stampa; Cassandra sposo’ nel 1548 a Cassano d’Adda, Diofebo II Meli Lupi marchese di Soragna, stabilendosi così in quel piccolo feudo che lei stessa, a causa delle continue assenze del marito impegnato in guerre, governava con saggezza e perizia.

Donna Cenerina aveva una sorella più giovane, Lucrezia andata in moglie ad un tipo poco raccomandabile, il conte Giulio Anguissola dedito al gioco e al divertimento. Il matrimonio durò pochissimo e Lucrezia rischiò molte volte di morire avvelenata dal conte, che voleva impossesssarsi di tutti i suoi beni.

Ma il 18 giugno del 1573 il conte Anguissola, fingendo una riconciliazione con la moglie riuscì a farsi concedere un colloquio. Accompagnato da cinquanta uomini armati, entrò in casa di Lucrezia e raggiunta la sua camera la uccise con 32 coltellate, e 13 ne ebbe la sorella Cassandra.

Dopo l’omicidio fuggì da Cremona e si rifugiò a Venezia. Il conte fu condannato alla pena di morte e alla confisca dei beni ma con l’appoggio del Doge riuscì a cavarsela e a ritornare a Cremona per poi finire a Milano a Porta Romana.

Rimasto impunito l’omicidio, il fantasma di Donna Cenerina cominciò a vagare irrequieto nelle stanze della Rocca Di Soragna. C’è chi l’ha vista vagare con la testa in mano, chi con pesanti catene ai piedi e chi ancora sulla barca del laghetto del giardino. Qualcuno afferma che lo spirito della castellana si comporta come le Banshee inglesi: fantasmi di svetura che quando appaiono annunciano la dipartita di personaggi nobili ed altolocati appartenenti alla famiglia, il questo caso dei Meli Lupi.”

Commento tratto da Guida ai fantasmi d’Italia di Dario Spada

di Silvia Dotti

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