Dalle Marche la cannuccia commestibile

Nella guerra alla plastica monouso che chiama tutti noi ad agire, alcune aziende stanno offrendo alternative ecosostenibili di oggetti di uso quotidiano, come stoviglie, bicchieri e posate.

La Cooperativa Campo di Fossombrone nelle Marche, che commercializza soprattutto pasta,  ha voluto offrire un’alternativa interamente biodegradabile alle classiche cannucce perle bibite.

Si tratta di Canù: una cannuccia da mangiare a base di riso e mais (entrambi non OGM), gluten free e quindi adatta anche ai celiaci.

Lorenzo Massone, il presidente della Cooperativa Campo, ha svelato la genesi del progetto: sulla BBC stavano trasmettendo l’intervista di un ristoratore di Bristol che ragionava, appunto, sulle possibili e sostenibili alternative alle cannucce di plastica; lui ha riflettuto insieme ai suoi collaboratori e cercato un modo per utilizzare materie prime già trattate.

Di qui – ha spiegato Massone – l’idea di usare una pasta forata, le zite, per farne cannucce. Il pastificio nostro partner di progetto ha trasformato una pasta corta in pasta lunga ed ecco Canù”. Il colore naturale è lo stesso della pasta, ovviamente, però Canù si può colorare con facilità aggiungendo ad esempio una percentuale di lenticchie rosse. La sperimentazione in alcuni bar è già cominciata, il catalogo è in fase di preparazione.

Bisogna però ammettere che Canù non è la prima cannuccia commestibile in Italia; è stata infatti preceduta da Sorbos, realizzata con zucchero glassato, amido di mais e acqua e disponibile in sette aromi differenti (zenzero, cannella, mela, limone, lime, fragola e cioccolato).

Precursore di entrambe è Lolistraw, i cui ingredienti principali sono le alghe marine, ma si possono aggiungere svariati aromi, trai quali fragola e caramello.

Ma la variante senza dubbio più sorprendente, e insapore, è rappresentata dalla cannuccia di erba, lavorata e commercializzata dall’azienda vietnamita Tran Ong Hut Co che utilizza l’erba Lepironia articulata, molto lunga e dal fusto cavo, che cresce spontaneamente nelle zone umide del Vietnam.

Si raccolgono i gambi di erba vuoti, si lavano, e si tagliano della lunghezza desiderata. Poi si ripulisce l’interno con un’asta prima della pulizia finale e della spedizione.

Possono essere usate fresche o secche e, soprattutto in ambito domestico, possono essere lavate e riutilizzate più volte.

Inoltre queste cannucce aiutano e sostengono anche il lavoro delle popolazioni locali vietnamite, infatti sono prodotte dalle donne dei villaggi adeguatamente stipendiate.

Fonti:
www.positizie.it
articolo di Nadine Solano www.agrodolce.it

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