Edward Gibbon

FIRENZE

Nel pomeriggio abbiamo assistito al “Palio dei Barberi” che si svolge lungo il Corso, una larga e bella strada che tuttavia in alcuni punti non è né larga né diritta. Vi siamo andati al seguito di M. Mann alle sei di sera.

Il Corso era già affollato da alcune centinaia di carrozze che passavano ostentando il fasto del gran gala di Firenze. Bisogna ammettere che gli equipaggi, e gli abiti erano magnifici e che l’insieme formava il più bel colpo d’occhio che si possa immaginare.

Dopo mezz’ora le carrozze si sono allontanate e ciascuno ha raggiunto la sua finestra, o il balcone o il palco … A questo cambiamento lo spettacolo diventava meno brillante ma più singolare grazie all’immensa folla di tutte le condizioni sociali che occupava i due lati della strada, mentre la strada stessa era perfettamente libera.

Bisogna dire che tutto si svolse senza confusione alcuna e che un pugno di Granatieri bastava a mantener l’ordine tra questa moltitudine di persone. Si fecero allora sfilare i cavalli in processione per condurli al luogo di partenza. Erano quindici, parati con nastri di diversi colori e acco0mpagnati da palafrenieri con la livrea dei rispettivi padroni …

Allorché arrivarono al punto della partenza furono allineati il più possibile, si allentò la corda: partirono. Li vidi passare ad una velocità che si può spiegare solo con l’impetuosità tipica del cavallo, accentuata dai pungoli di cui sono bardati. Ma fui meravigliato dalla costanza e dalla tranquillità con la quale seguivano i loro percorsi assai meglio che se fossero stati montati dai più abili cavalieri.

Li perdemmo ben presto di vista, e tutti avevano gli occhi fissi sul campanile della Cattedrale per leggervi il nome del vincitore nei segnali luminosi che si susseguivano e che corrispondevano al numero del cavallo …

Il principe Neri annunciò al popolo (che la curiosità riduceva al più grande silenzio) che il puledro del Cavalier Alessandri si era aggiudicata la vittoria, e il silenzio si mutò improvvisamente nelle acclamazioni frenetiche di trentamila spettatori.

Edward Gibbon “Journey from Geneva to Rome 1764” Thomas Nelson and Sons Ldt. , Trad. Pinuccia Ferrari



 
 
 
 

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