Il Parlamento europeo contro gli oggetti in plastica monouso

Il Parlamento europeo ha approvato con numeri schiaccianti il provvedimento per mettere al bando, a partire dal 2021 alcuni prodotti in plastica come posate, bastoncini cotonati, cannucce e bastoncini per palloncini, che costituiscono il 49% dei rifiuti marini.

Tale decisione ratifica la proposta approvata dalla Commissione europea lo scorso maggio per far sì che i prodotti usa e getta siano fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili.

Inoltre, entro il 2025, agli Stati membri sarà imposto di raccogliere e riciclare il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande (secondo il rapporto del Parlamento europeo, infatti, le bottiglie e i loro coperchi rappresentano circa il 20% di tutta la plastica presente in mare);

inoltre i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo se tappi e coperchi non saranno rimovibili. Sempre per questi oggetti tutti gli Stati membri dovranno anche fissare obiettivi nazionali di riduzione.

All’elenco delle materie plastiche vietate sono stati aggiunti anche i sacchetti in plastica leggera, gli articoli di plastica biodegradabili, come sacchetti o imballaggi, e i contenitori impiegati nei fast-food in polistirolo espanso. In tempi brevi inizieranno i negoziati con il Consiglio per approdare alla norma definitiva.

Per i prodotti in plastica per i quali non esistono alternative, gli Stati membri dovranno ridurne il consumo del 25% entro il 2025. Tra questi articoli figurano le scatole monouso per hamburger e panini e i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati.

Gli Stati membri dovrebbero elaborare piani nazionali per incoraggiare l’uso di prodotti adatti a uso multiplo, nonché il riutilizzo e il riciclo.

In merito agli attrezzi da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee, gli Stati membri dovrebbero garantire che almeno il 50% di questi, smarriti o abbandonati venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15% entro il 2025.

Il provvedimento è stato accolto con favore dalle associazioni ambientaliste, ma non sono mancate critiche da parte di alcuni europarlamentari circa l’eccessiva fretta nella sua realizzazione.

Fretta ben giustificata, dato che come sappiamo, minuscole particelle di plastica sono state rinvenute in animali come uccelli, pesci e balene, nell’acqua potabile e in alimenti e bevande come la birra, il sale da cucina e nei frutti di mare.

La plastica ormai è entrata a far parte della catena alimentare e inconsapevolmente ce ne nutriamo ogni giorno, pertanto quando è in gioco la salute di tutti noi è auspicabile prendere provvedimenti con la massima urgenza.

Fonte: Il Fatto Alimentare, articolo del 5 novembre 2018 di Luca Foltran

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