Amazzoni e robot – settima puntata

“Il XX secolo fu un secolo di transizione. Mai nell’arco di soli cento anni vi furono cosí drastici cambiamenti e cosí ricchi avvenimenti, nel bene e nel male. Si passò dal cavallo al motore a scoppio, all’automobile, ai primi areoplani. Soltanto sessant’anni dopo l’Umanità arrivò nello Spazio. Fu nel XX secolo che vennero costruiti i primi computers e i primi rudimentali robot (termine in una lingua morta, il ceco per definire un lavoratore meccanico).

Fu nel XX secolo che la donna raggiunse l’emancipazione. Vi furono ben due guerre mondiali e una fredda, si arrivò a un passo dalla guerra atomica. Già dal XX secolo vi furono alcune premesse per il Nuovo Medioevo.”

Mandy aveva anche cominciato a porsi domande su che cosa fosse una “guerra atomica” o sul fatto che i robots non fossero un regalo della dea alla Donna ma qualcosa inventato nel XX secolo, a partire da che data? 1990 anni e passa senza robot? E chi aveva lavorato e fatto guerre per quasi duemila anni? Ma fu quella frase sull'”emancipazione della Donna” che le diede lo chock finale: emancipazione da chi e cosa? La cosa confermava che tutte le frottole che la Storia Sacra aveva raccontato era stata scritta a tavolino e propagandata via mezzi di comunicazione da questa Grande Sorella. Perché? Per nascondere che cosa?

Mandy sapeva di essere finalmente a pochi passi dalla Verità che queste Amiche del XX Secolo avevano conservato in quel rifugio, ribelli a un’autorità che stava celando fatti dietro chissà quale menzogna. Una menzogna che si sarebbe protratta dopo l’Esodo per ben oltre duemila anni.

Mandy girò e rigirò per quei corridoi. Ormai sapeva di essere a pochi metri da un computer preistorico.

Dopo una decina di minuti nei quali aveva visitato diverse stanze e dormitori le si parò davanti una porta con scritto:

MUSEO DI FREJA VENUS PRIMA: ROCKSTAR.

Sapeva che al di là di quella porta avrebbe trovato l’antico computer del XX secolo e in esso la verità.

La porta si aprì. Mandy seguita da Argo si buttò a bere alla fonte del Sapere. Ma il primo impatto con la Verità avvenne prima che il computer venisse acceso. Il Museo era pieno di oggetti appartenuti a questa Freja Venus, stella del Rock preistorico, e tra essi c’era una figura, un quadro appeso al muro. Impossibile non notarlo, tanto era irreale ciò che esso raffigurava. Irreale e … bellissimo, incredibile.. a dir poco divino.

Era un essere umano, ma non era una donna. Occhi bocca naso, ma aveva le spalle troppo larghe e l’ombra di una peluria sulle guance. Se si fosse clonata una donna mischiandola con una scimmia maschio si sarebbe potuto produrre un essere del genere: un mostro? No. Troppo… bello per essere definito tale. Il sangue le salì alla testa. La vista di quell’essere le provocava qualcosa di innaturale dentro il suo corpo: qualcosa che lei non aveva mai provato e che corrispondeva alla descrizione dei sentimenti perversi che provavano le libidinose. Ma lei non si sentí sporca. Anzi si sentí come se la natura avesse preso il sopravvento sulle inibizioni indotte nella sua mente da una dottrina sbagliata.

Passato lo chock iniziale, la ragione finì per prevalere. In passato dovevano avere fatto degli esperimenti genetici e creato un … maschio, o forse quella figura era uscita dalla fantasia di qualche mente contorta. In ogni caso aveva un nome: ELVIS.

La sua morale ereditata da chissà quante generazioni cloniche, cercò di convincersi che Elvis fosse una creatura costruita in laboratorio per soddisfare le voglie perverse di Freja Venus. Ma quell’illusione durò poco. Si ritrovò seduta al computer preistorico ad accendere l’antico bottone. L’affare ci mise un’eternità a mettersi in moto ma alla fine il rudimentale schermo piatto si accese. Dopo tremila anni il principio era lo stesso. Era come incontrarsi con dei modelli di robot vecchi di generazioni. Meno avanzati ma senza tante differenze. Nello scaffale c’era una biblioteca di CD rom. Saltò a pie pari Storia della Musica Rock, Midi file dei Beatles e afferrò Storia Universale, dalle civiltà monumentali alla fine dell’Unione Sovietica.

Com’erano lenti i computer preistorici! Un’eternità dopo, finalmente, una strana musica fece da sottofondo alla narrazione di fatti che la Storia Sacra non aveva mai citato. E l’incrinatura già provocata all’impatto con Elvis diventò una voragine alla vista delle immagini e delle imprese di gente come  Ramsete, Assurbanipal, Pericle, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Vercingetorige, Carlo Magno, Gesù Cristo, San Francesco, Colombo e via dicendo. Personaggi di sesso maschile che avevano fatto la storia accanto ad altri di sesso femminile quali Giovanna d’Arco, Messalina, purtroppo in minoranza.

Solo allorchè il computer le confermò che il maschio era esistito lei si lasciò andare alla liberazione dei sensi. L’immagine digitale di Alessandro che scioglieva il nodo gordiano le provocò il pimo fremito nel corpo, ma fu quella di Giulio Cesare che varcava il Rubicone al grido di «il dado è tratto!», bello come un’amazzone maschio con elmo e corazza dorati, che le diede il primo batticuore della sua vita.

Fu una notte indimenticabile. Una lezione di storia imparata a suon di batticuori alla vista di innumerevoli immagini di uomini famosi. Per un attimo il pudore ebbe il sopravvento allorché Napoleone a Waterloo sembrò guardarla dallo schermo, mentre i sensi prendevano il sopravvento su di lei per la settima volta. Bonaparte sembrava contrariato, ma non era colpa dei sospiri di Mandy. Il piccolo grande corso stava soltanto guardando la sconfitta delle proprie armate. Peccato, pensò che a quei tempo non avessero ancora inventato l’olografia.

Le ore passarono e si arrivò a Hitler, Mussolini, Stalin, Churchill. Mandy non seppe mai se questi ultimi avessero un valore erotico oltre che storico, visto che ormai il suo corpo cominciava ad essere sazio di battiti cardiaci e oltremodo stanco. Ma non fu Elvis a provocarle l’ultimo rombo del cuore, bensí Arnold Swartzenegger in una scena di Terminator 2. Robot nei panni di uomo, bello e muscoloso, un’amazzone maschio perfetta, l’essere perfetto.

Arnold disse «Hasta la vista, baby!» Bum bum bum fece il suo cuore. Poi si addormentò.

Si svegliò. Completamente razionale. Era stata una notte indimenticabile. Si sentì come una delle eroine di quei film le cui scene aveva visto poche ore prima, che si svegliavano dopo una notte d’amore con il maschio e che si lasciavano il bel ricordo alle spalle e continuavano le proprie imprese. Bene si disse. Ora so la verità. In tempi antichi era esistito l’Uomo. Come mai era scomparso? Frugò tra i CD rom. Infine ne trovò uno dal titolo Dalle origini del Nuovo Medioevo, alla Calata dei Barbari. L’Ascesa dell’Impero Americano. La scomparsa dell’Uomo. L’Esodo.(Esemplare unico. I dati sono stati trasferiti da un USB sul CD rom, visto che la polizia della Grande Sorella sta confiscando i software compatibili con i computer del XXI e XXII secolo.)

CONTINUA…

 

di Paolo Ninzatti

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